Poesie di Rita Pacilio (traduzioni in lingua spagnola, a cura di Martina Di Blasi)

Si increspa il lago di Nemi
in un gesto di doloroso silenzio
a vederlo mordere nuvole
l’affanno arriverebbe in cima.

Salgono visitatori
in una strada scoperta riaffiorano
in mezzo alle piante
ragazze di colore nude a metà

pascolano paure
e cosce raggelate. E fissano
l’inquieta luce della sera
come fosse un contatto.

Chiedo perdono al mondo/ come lo chiedo a te/ per il mio
peregrinare stanco/ per l’urlo muto/ per la corsa che mi
affanna e dice./ Il destino è un cerchio senza fine.

*

Sputa i suoi drammi
coi colpi di tosse
per gioco, per amore
scorie sottili nelle mani esibite

è latente lo scontento sulle spalle.

Gli imperfetti sono gente bizzarra
lasciati nell’arena, non so dire esattamente,
come un silenzio, un ghigno.
Ho pensato che Dio ama l’insicurezza
e le sfumature dei dirupi.

Io mi trovo qui dove non si torna indietro.

*

Li ho visti avanzare a testa china
venire avanti a voli bassi di uccelli
in mano il sangue castano, le unghie
e
tra ginocchia l’acqua clandestina.
Li ho visti senza Dio, senza parole
con lacrime asciutte di rabbia luttuosa
singhiozzare l’amen di seni spogliati
al figlio trapassato.
Li ho visti assorti, smarriti, soli.
Portavano negli occhi i rovi del mondo
con decenza e con il pungolo nel cuore.

(poesie tratte dalla raccolta ‘Gli imperfetti sono gente bizzarra’ – La Vita Felice, 2012)

*

Lei è la maschia forza che risorge
dalla morte, sotto il porticato c’è
la festa alle viscere rancide
e la consolazione dalla tenebra.
È faticoso buttare i languori
quel primo seme raggrumato
largo, tornito, ricolmo nella gonna
colpita.
Quella sera erano una folla profanata
un tetto che soccombe molle, senza luce
tumefatto di collera.

Quella che hai amato
io l’ho uccisa
l’ho scucita lungo la schiena
le ho tirato via la carne
succhiato il sangue
l’ho stesa sul lenzuolo:
è lei stessa quel Cristo feroce.

(Poesia tratta dalla raccolta poetica ‘Quel grido raggrumato’, La Vita Felice, 2014)

*

Quel giorno voleva fare un orto con la gente
raccoglierla per strada, imbiancarla di canfora
serbare nella valigia la tenerezza nascosta
nella crosta indurita, mantenere
il niente piccolissimo in cui si imprimono
frequenze cardiache, la voglia di toccare il lato
del suo letto, saperlo per le vie in ogni ora.

Ma lui è il vicolo cieco, il filo scuro tra gli occhi.

(Poesia tratta dalla raccolta poetica ‘Prima di andare’ – poesie e lettere d’amore, La Vita Felice, 2016)

Poemas de Rita Pacilio

El lago de Nemi se va ondulando
en un gesto de doloroso silencio
al verlo morder las nubes
la respiración llegaría a la cima.

Los visitantes vienen
en un camino abierto resurgen
en el medio de las plantas
chicas negras casi desnudas

pastan miedos
y muslos congelados. Y miran fijamente
a la inquieta luz de la tarde
como si fuera un contacto.

Le pido perdón al mundo / como te lo pido a tì/ por mi
vagar cansado / por el grito silencioso / por la marcha que
me harta y dice./ El destino es un círculo sin fin.

*

Escupe sus dramas
tosiendo
por diversión, por amor
residuos sutiles en las manos exhibidas

el descontento en los hombros está latente.

Los imperfectos son personas raras
dejados en la arena, no puedo decirlo exactamente,
como un silencio, una burla.
Pensé que Dios ama la inseguridad
y los matices de los acantilados.

Me encuentro aquí donde no hay vuelta atrás.

*

Los vi continuar con la cabeza agachada
adelantarse a vuelos bajos de aves
sangre marrón en la mano, en las uñas
y
agua clandestina entre las rodillas.
Los vi sin Dios, sin palabras
con lágrimas secas de rabia lúgubre
sollozando el amén de senos despojados
al hijo muerto.
Los vi absortos, perdidos, solos.
Tenían las espinas del mundo en sus ojos
con decoro y con el aguijón en el corazón.

(Poemas de la colección ‘Gli imperfetti sono gente bizzarra’ – La Vita Felice, 2012)

*

Ella es la fuerza masculina que renace
de la muerte, debajo del porche hay
la fiesta para las entrañas rancias
y el consuelo de la oscuridad.
Es difícil tirar la languidez
esa primera semilla seca
amplia, suave, llena la falda
afectada
Esa noche fueron una multitud profanada
un techo que blando sucumbe, sin luz
hinchado de rabia.

La que amabas
La maté.
La descosí por su espalda
y saqué la carne de ella
chupé su sangre
La puse en la sábana:
es ella misma aquel Cristo feroz.

(Poesía tomada de la colección poética ‘Quel grido raggrumato’, La Vita Felice, 2014)

*

Ese día él quería hacer un huerto con la gente
recogerla en la calle, pintarla de blanco con alcanfor
Conservar la ternura escondida en la maleta
en la corteza endurecida, mantener
la muy pequeña nada en la que están impresas
las frecuencias cardíacas, el deseo de tocar el costado
de su cama, sabiéndolo por las calles a cada hora.

Pero él es el callejón sin salida, el hilo oscuro entre los ojos.

(Poesía tomada de la colección poética ‘Prima di andare’ – poemas y cartas de amor, La Vita Felice, 2016)

*

Traduzioni di Martina Di Blasi, nata ad Avellino nel 1992, si è laureata in Scienze Linguistiche Letterarie e della Traduzione presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con il Prof. Stefano Tedeschi, docente di Letteratura Ispanoamericana, con una tesi sperimentale di traduzione del romanzo di Salvador Novo “ElJoven” e sulla visione della città nella letteratura ispanoamericana. Nel 2014 ha svolto un tirocinio formativo presso il Museo Comunale di Fontanarosa e ha vinto due borse di collaborazione presso la Segreteria Didattica ed Amministrativa del Dipartimento di Studi Europei Americani e Interculturali dell’Università La Sapienza (2015-2016). Ha lavorato, inoltre,come addetta al Customer Care presso Divisione Regionale Lazio, Trenitalia. Lo scorso anno ha collaborato alla revisione e correzione di articoli letterari della rivista “PhilologiaHispalensis” presso la EditorialUniversidad de Sevilla e con il Dipartimento di Letteratura Spagnola e Ispano-Americana dell’Università stessa. Ha tradotto dall’italiano allo spagnolo il saggio “Reapropiaciónsimbólica de la ayahuascaentreprácticas de representación y participaciónpolítica” (R. Badini)” in Stefano Tedeschi. Alessio Surian, “Pensamiento Social Italiano Sobre América Latina, ColecciónAntologías del Pensamiento Social Latinoamericano y Caribeño. Clacso, Buenos Aires, Agosto de 2017. È traduttrice freelance di Research Papers presso “The Alpha Institute, Institute of Geopolitics and Intelligence”. Ha studiato teatro, canto e solfeggio e ha partecipato a vari concorsi di canto in Irpinia. Attualmente lavora presso l’Ufficio Stampa Mondadori Libri di Roma.

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