Matteo Massagrande

Punto di vista 1: (assenza)

Due tetti, un pezzo di cielo, un balcone, una tettoia, due corvi, un annaffiatoio e una foglia sul pavimento di legno.

Punto di vista 2: (presenza)

Due tetti: uno è nero con ferite sfumate di grigio, l’altro è marrone tronco,
truccato con piccole finestre.
Entrambi reggono il cielo.
Quello nero non del tutto, solo una striscia tra se stesso e la tettoia sopra il
balcone.

Qualcuno diceva sempre “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.
Non è che un insignificante scampolo di cielo e se Bianca si sposta leggermente a destra, sul divano dove siede, diventa quasi una stupidaggine.
Un minuscolo pezzo triangolare di qualcosa che non è terra.

Qualcuno agisce sempre così. Quando una situazione non gli piace, scivola da qualche parte in una particola di mondo nella quale essa sia invisibile, oppure lui stesso risulti invisibile.
Ma non è importante chi o che cosa lo sia.
Importante è l’invisibilità o meno, in riferimento al cuore.

Sul balcone passeggiano alcuni oggetti, da anni passeggiano immobili aspettando una mano o due, anche maldestra, che se ne accorga e se li usi.

Così sono le idee che ancora galleggiano nell’aria. Il cielo ne è colmo, il cielo al di là del triangolo azzurro tra i due tetti.

Vasi marroni e sporchi, un annaffiatoio verde-ragnatela, due corvi di plastica
nera, uno quasi completamente sprofondato in un vaso, insieme all’altro accanto, mezzo ingoiati dalla parete del soggiorno all’interno del quale Bianca siede.
Le piace acconciare i tetti calvi con le migliaia di idee che nessuno più vuole.

Le idee semplici e naturali sono leggere e sane.
Si innalzano libere e croccanti verso.
Non sono un’opinione comune, sono le idee possibili.
Te le sei lasciato sfuggire oppure le hai dimenticate.

Un petalo secco, aranciastro ribolle dalle assi di legno del pavimento.

È il colore delle idee arruginite, delle prato-idee destertificate, della sole-idea al margine della propria scia notturna che presto ci stravolgerà in silenzio.

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