“Rosa Balistreri. A memoria di una Voce” di Pino Pesce, stasera al Castello Ursino di Catania.

Il canto della Voce di Sicilia in un musical story rock. È l’ultima trovata artistica del professore Pino Pesce, autore e régisseur, che stavolta ha sposato i suggerimenti di Loredana Marino per mettere in scena Rosa Balistreri – A memoria di una Voce, lunedì 2 ottobre sera al Castello Ursino di Catania nell’ambito di Catania Summer Fest, evento di respiro artistico nazionale che ormai da più anni raccoglie consensi sempre più larghi.
Ritorna così il dramma musicale di Pino Pesce che ha lasciato un segno indelebile nella cultura teatrale etnea.
Il dramma teatrale trae ispirazione da una biografia di Giuseppe Cantavenere e da una registrazione che lo stesso biografo fece nel 1990 alla cantante di Licata poco prima della sua scomparsa.
«Il musicalstory, – ci dice Pesce – è un rivoluzionario lavoro multimediale, che vuole essere la voce della Sicilia, il canto arrabbiato della protesta che Rosa sperimentò tra il degrado e la violenza, tra i tradimenti e le sopraffazioni. E tutto codesto impasto la Licatese lo cuntava e cantava, lo cantava e lo raccontava con struggente passione e rabbiosa grinta che a volte sapeva trasformare in leggerezza.»
Pino Pesce ne ha fatto un’ottima rielaborazione che lo stesso dirige da régisseur, come ama definirsi per non sentirsi un regista togato ed eletto. La vicenda, ci dice l’Autore, è intrisa di tanta sicilianità Il raccontata, cantata e musicata con suspence intercalata da flash bask sul vissuto della Cantatrice del Sud, come lo sbarco degli alleati nel luglio del 1943.

Una novità originale di quest’ultima edizione è la presenza di un cantastorie (Carlo Festa) che racconta (rompendo la tradizione isolana dei Busacca o degli Stano) la vita di Rosa in italiano nella linea Guccini/Lolli/De André, con un originale cartellone video proiettato.
Sulle tavole dell’Ursino domina la scena Loredana Marino che, fra canto e recita, impersona la grande Licatese appoggiandosi anche alla proteiforme narrazione di un ottimo attore: Luca Lisi.
La compagnia artistica si arricchisce del contributo di una band di giovani professionisti: Gabriela Vasta (batterista), Alessandro Scaccianoce (chitarrista) e Claudio Ursino (bassista).
ll dramma musicale si rivolge a spettatori di diverse culture ed età con la peculiarità di interagire con il pubblico; ha carattere turistico-culturale e persegue l’obiettivo di offrire al fruitore uno spaccato genuino delle tradizioni culturali della nostra Sicilia per valorizzarne la sua immagine.
Per l’alta valenza culturale e turistica, lo spettacolo è stato sostenuto e voluto dalla Regione Sicilia, Assessorato Turismo e Spettacolo.
Ci dice la cantattrice Loredana Marino (nella foto in copertina): «La mia è una Rosa “rock” assolutamente nuova. Ho voluto, fortemente, dare un’impronta inedita e ringrazio il regista Pino Pesce che mi ha permesso di rivoluzionare la visione spesso tradizionale e di cliché che si ha di Rosa Balistreri. Ho voluto nuove sonorità nuove forme nell’interpretazione, perché Rosa è, anzi deve essere contemporanea con un’anima antica piena di sogni. Lei è me, è tutte le donne che vivono inferni e riescono a trasformare il “terribile” in “meraviglioso”, è tutti gli uomini che soccombono, in una società oggi così faticosa ma riescono ad imporre la propria personalità, è ogni giovane che in questo nuovo spettacolo può trovare ispirazione per affermare se stesso nella propria unicità. Rosa dolce, Rosa selvaggia, poco felice, infelice, disperata, lotta fino alla fine vincendo con la sua musica eterna.»

Cosa prevede il futuro prossimo di Pino Pesce e – soprattutto – cosa si aspetta Pino Pesce dal futuro prossimo della sua attività di uomo di teatro?
«Di essere capito, mi aspetto; ma non penso questo sia facile. Potrei magari essere capito ma non certamente seguito o pienamente sostenuto; sono sempre stato per le verità scomode, accolte solo in teoria, difficilmente nella pratica… Anche se tante volte piegato, non mi sono però mai arreso; continuerò, infatti, a combattere sperando, specie con il teatro, di vedere qualche buon risultato. Purtroppo così vanno le cose, ma non solo in Sicilia!».

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