“Sine Die”. Il mondo ai tempi del Coronavirus raccontato da oltre 100 autori al Palazzo della Cultura di Catania.

Catania sceglie l’arte come simbolo di speranza ai tempi del Coronavirus, con un progetto culturale inedito, una piattaforma online visitabile da chiunque e una mostra con oltre 100 autori nelle sale del Palazzo della Cultura dedicata alla cittadinanza e ai turisti che sceglieranno la città etnea. Il progetto, dal titolo Sine Die, è promosso e realizzato dalla Fondazione OELLE Mediterraneo antico. “Il Comune di Catania inaugura oggi il Catania Summer Fest 2020 con 150 eventi. Ad aprire questa fitta programmazione c’è la mostra Sine Die per la quale sono molto grato a Ornella Laneri e alla sua Fondazione, perché ha donato alla città di Catania un nuovo progetto espositivo di respiro globale, ha dichiarato il sindaco di Catania Salvo Pogliese.
Alle parole del primo cittadino del Comune etneo si sono aggiunte quelle di Barbara Mirabella, Assessore alla pubblica istruzione, beni culturali, grandi eventi e pari opportunità: “SINE DIE è un progetto che conferma Catania come uno dei centri propulsivi dell’arte contemporanea con un rilievo che va oltre i confini nazionali. L’arte è il nostro cavallo sulla scacchiera dell’emergenza sanitaria in atto, l’unico in grado di fare una mossa a sorpresa, pronto a essere in prima fila verso un nuovo Rinascimento dalle macerie del Covid-19”.

L’esposizione è stata fortemente voluta da Ornella Laneri (Presidente Fondazione OELLE Mediterraneo antico) per supportare, con un progetto unico e internazionale, la città etnea privata di offerte culturali dall’emergenza sanitaria in atto. “Fondazione OELLE Mediterraneo antico ha scelto di dedicare risorse economiche e organizzative, in un momento tanto difficile, per produrre un nuovo progetto/archivio che riunisce il senso di questi mesi e di ciò che verrà fino al vax day. Con la mostra SINE DIE, un’iniziativa inedita e di respiro internazionale, scegliamo di supportare Catania, privata di offerte culturali dagli eventi imprevisti e imprevedibili che tutti conosciamo. Per noi l’Arte è memoria e visione. Allo stesso modo, la proroga della mostra GE 19/Boiling Projects, inaugurata sempre da Fondazione OELLE con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in pre-lockdown, è oggi l’unica proposta culturale di Taormina per i viaggiatori di questa estate new normal”.

Il titolo del progetto

SINE DIE è una locuzione latina traducibile come senza fissare il giorno (letteralmente senza giorno). L’idea di non conoscere una scadenza, di non avere un termine chiaro di paragone e di fine del fenomeno pandemico in atto, ha fatto letteralmente impazzire una larga fascia della popolazione. L’uomo ha dovuto prendere atto della sua fragilità. Questo è il senso del nome dato al progetto, dalla piattaforma online alla mostra.

La piattaforma online
La piattaforma online SINE DIE (https://www.fondazioneoelle.com/sinedie), ideata e realizzata dalla Fondazione OELLE Mediterraneo antico in pieno lockdown, ha cominciato a raccogliere e a selezionare fotografie e scritti brevi, con lo scopo di costituire un archivio della memoria di questo periodo epocale. L’archiviazione della memoria contraddistingue il lavoro della Fondazione OELLE fin dalla sua costituzione.

L’Arte ha risposto all’invito e ne è nata una comunità spontanea ed entusiasta, che ha visto lavorare insieme maestri acclarati e giovani artisti, filosofi e scrittori, medici, studenti, e molta gente comune che hanno voluto contribuire con il loro progetto a raccontare il mondo e la loro quotidianità ai tempi della pandemia. Per non dimenticare. “Tutti hanno affrontato, attraverso il linguaggio della fotografia e della parola, le complesse dinamiche sociali, al tempo del Coronavirus. Riflessioni autoriali e istintive hanno caratterizzato momenti di vita e flussi temporali stravolti dal blocco totale delle normali attività quotidiane. In mostra il pubblico si imbatterà in autoritratti, scene familiari, finestre esistenziali, monitor televisivi dai colori acidi, orologi che scandivano un tempo alterato, che hanno invaso le nostre prospettive visuali, proponendo nuove direzioni culturali dell’essere umano al centro di una rivoluzione generale che ha messo in discussione stili di vita ed economie” sottolinea Carmelo Nicosia, direttore della Fondazione OELLE Mediterraneo antico e curatore della mostra.
La piattaforma SINE DIE cesserà di raccogliere testimonianze fotografiche e testuali il giorno in cui il Ministero della Salute comunicherà l’inizio della distribuzione del vaccino per il Covid-19. Da quel momento la piattaforma si trasformerà in archivio storico a eterna memoria di un passaggio epocale per l’umanità.

La mostra
Stampate in formato 50×70 cm e ciascuna abbinata a un testo dell’autore, le 122 fotografie selezionate in mostra si susseguono nelle sale del Palazzo della Cultura di Catania tra immagini iconiche ed emozionanti. A partire dalla testimonianza da Bergamo di Mario Cresci (Chiavari, 1942), un maestro che la fotografia l’ha reinventata, elevandola al rango di arte visiva. Fino ad arrivare allo scatto di Michael Christopher Brown (Skagit Valley, Washington, 1978), il famoso fotoreporter americano per National Geographic, Time, New York Times Magazine.

“Tra gli scatti più toccanti in mostra c’è l’autoscatto di un mio caro amico, Fabio Pagliara (Segretario Generale della Federazione Italiana di Atletica Leggera) che ha contratto il Covid-19, e si è voluto mostrare senza filtri durante la sua malattia, trasmettendo con il suo sguardo, dolcemente spaventato, l’essenza di un tempo senza fine” afferma Ornella Laneri.

Ogni autore in è in mostra con una fotografia e un proprio scritto (una poesia, un pensiero, un saggio breve), entrambi scaturiti dal tempo per la riflessione che ha portato con sé il lockdown. Con esiti sorprendenti, gli autori coinvolti (molti artisti professionisti) hanno prodotto dei lavori fuori dai tradizionali schemi, ricorrendo a sperimentazioni dagli esiti sorprendenti, con uno sguardo obliquo sull’attualità stra-ordinaria che stiamo vivendo. “Paradossalmente i lavori più ordinati li hanno prodotti gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania, invitati nella sezione Academy Young”, dichiara Carmelo Nicosia.

La scelta di esporre fotografie e testi intende sottolineare lo stretto legame che intercorre, sin dalla loro invenzione, tra questi due linguaggi. Un grande esempio, al riguardo, fu offerto dal grande fotografo e regista Robert Louis Frank (1924-2019), con opere memorabili nelle quali il segno e la parola determinavano nella fotografia un flusso spazio-temporale assolutamente tipico di quella sua generazione.

Info mostra

La mostra è aperta dal 18 luglio al 04 ottobre 2020 al Palazzo della Cultura di Catania (via Vittorio Emanuele II, 121) tutti i giorni, orario 09.00-19.00, a ingresso libero, ed è accompagnata da un catalogo, a cura di Carmelo Nicosia, edito dalla Fondazione OELLE. www.fondazioneoelle.com

Gli autori in mostra: Abati Andrea, Alessandra Noemi, Allia Erika, Antoci Rosario, Arcoria Antonio, Argentino Gabriele, Attanasio Sergio, Bagalà Miriana, Baldaro Roberta, Barbagallo Ignazio, Barone Giulia, Bella Sara, Biasini Selvaggi Cesare, Blanco Tiziana, Bonanno Alfio, Borzì Bernasconi Fabrice, Brogna Sonnino Giovanna e Aldo Premoli, Bronzino Mario, Brown Michael Cristopher, Calabrese Ramona, Caramma Cristina Rita, Cardillo Carmen, Carlino Ilaria, Carracchia Francesco, Cassaro Giulia, Castilletti Claudio, Chiara Federica, Chindemi Giuseppe, Clienti Kiki, Condorelli Giuseppe, Costanzo Ezio, Costanzo Stefania, Cremona Paolo, Cresci Mario, Crostella Elisa, Currò Cecilia, Cuscunà Martina, Daddabbo Laura, Del Zoppo Annita, Di Fini Giorgio, Di Giovanni Francesco, Distefano Marzio, Donetti Marta, Emmanuele Marco, Faia Monica, Fazio Nicolò, Feoli Ilaria, Ferrara Paolo, Foti Andrea, Frazzetto Giuseppe, Gentiluomo Noemi, Grasso Roberta, Gualtieri Davide, Guarnera Roberta, Gucciardello Enrico, Ilaria Francesco, Iodice Angelo, Kong Filippo, Labozzetta Antonia, Lanzo Melissa, Lawaert Koen, Li Greci Valentina, Liggera Egidio, Lisi Paolo, Lo Monaco Agata, Luciano Maria, Lucifora Francesco,Maffi Maria Chiara e Giancamilli Chiara, Magagnin Luca, Magrì Irene, Mangione Contarini Carmelo, Mariani Michela, Massimi Arianna, Mendoza Ryan, Merendino Teresa, Militello Alice, Miroddi Valentina, Nicosia Carmelo, Nicotra Giovanni, Nicotra Simona, Nobile Irene, Pagliara Fabio, Paladino Luana, Papa Filippo, Pascale Giorgia con Introduzione del Prof. Bruno Cacopardo, Piano Ivan, Piccari Virgilio, Pirri Alfredo, Platania Saverio, Praticò Anna, Privitera Roberto, Ranno Samuele, Reale Gianluca, Ricca Letizia, Rizzo Alessandro, Roccaro Andrea, Rossano Mainieri Tiziano, Salomone Claudia, Sangiorgio Chiara, Santarlasci Andrea, Scala Fabiana, Scavo Simona, Scudero Vincenzo, Severini Giuliano, Sofi Annalisa, Spitale Alessandro, Tabellini Alex, Tabita Alessia, Terranova Ivan, Testa Iannilli Lucrezia, Tittaferrante Futura, Torrisi Simona, Tripiciano Pietro, Tudisco Tracy, Tusa Anna, Valisano Andrea, Vecchio Miriam, Villa Fabrizio e Antonello Piraneo, Zamparo Roberto, Zangarella Simona, Zucco Aldo.

FABRIZIO VILLA, 2020

Sine die. Un monito, un proposito, un orizzonte per definizione mobile e che quindi sposti sempre un po’ più in là. Perché sine die deve essere l’impegno civile, l’assunzione prima e la condivisione poi di una forte responsabilità verso se stessi e verso gli altri, i più deboli, fossero i nostri anziani, i nostri bimbi o i volti sconosciuti che incontriamo nelle periferie delle città e dei cuori. Sine die. Credere in una società più giusta, in un modello economico sostenibile, in uno sviluppo che coincida con il progresso, come nella visione pasoliniana del mondo, deve essere una costante del nostro vivere. Non può avere scadenze come fosse un prodotto della grande distribuzione organizzata, a media o lunga conservazione, non può essere una stagione politica e sociale, non può essere una prospettiva figlia dell’emergenza, di una quarantena più o meno volontaria che ti costringe a rallentare e a pensare un po’ di più. Utopia, forse, chissà. Sicuramente anch’essa sine die.

Antonello Piraneo

 

GIULIANO SEVERINI, INTERVALLUM, 2020
MICHAEL CHRISTOPHER BROWN, 2020
MELISSA LANZO, VIDI, 2020

 

Fondazione OELLE Mediterraneo antico

La Fondazione, costituita nel 2009, assume nel 2017 l’attuale linea culturale e scientifica grazie alla visione dell’imprenditrice Ornella Laneri, presidente, e del fotografo Carmelo Nicosia, direttore. Con questa nuova governance, identificando il Mar Mediterraneo come luogo di diffusione e transito di culture millenarie, la Fondazione si pone l’obiettivo di valorizzarne il patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale attraverso i linguaggi dell’arte, il recupero della memoria e la responsabilità etica d’impresa. Nella mission della Fondazione, oggi più che mai è necessario riappropriarsi dell’eredità antica di questo “mare fra le terre”.   ­­

La Fondazione intende raccogliere questo immenso patrimonio immateriale, per dare vita a progetti di valorizzazione della storia, dell’arte e della cultura del Mediterraneo di ieri, oggi e domani, un ponte ideale tra memoria e futuro, avvalendosi del supporto di un Comitato scientifico, composto da esperti, accademici e imprenditori: gli storici contemporanei Ezio Costanzo e Lucio Villari, l’archeologo Nicola Laneri, l’imprenditore nel campo dell’innovazione Antonio Perdichizzi.

Coerentemente con la mission di esplorare diversi ambiti culturali, realizzando punti di attrazione che favoriscono la rete, la Fondazione OELLE è policentrica e con sedi “diffuse” a seconda delle varie progettualità. La sua stazione operativa è situata all’interno del Four Points by Sheraton Catania, hotel di proprietà della famiglia Laneri, da tempo fortemente improntato ai principi della responsabilità sociale d’impresa, attraverso progetti avanzati di minimizzazione dell’impatto ambientale, e iniziative di mecenatismo culturale. Tra queste la fON Art Gallery, uno spazio espositivo che “invade” i cinque piani dell’hotel con esposizioni temporanee dedicate ad artisti emergenti – con particolare attenzione ai siciliani – e opere della collezione della Fondazione di maestri della fotografia e dell’arte contemporanea italiani e internazionali. Tra questi Agostino Bonalumi, Alfio Bonanno, Urs Luthi, Carmelo Nicosia, Urano Palma, Marco Nereo Rotelli, Tamàs Kazas.

Tra i tratti distintivi della Fondazione, il tema del “viaggio della memoria”, una visione unica per la valorizzazione del territorio del nostro Paese che passa attraverso la riscoperta di luoghi che sono stati oggetto di momenti importanti di storia civile. È in questo contesto che si inserisce uno dei suoi progetti più importanti, Area 43 Sicily Landing district: una rete che comprende già i comuni di Linguaglossa, Noto, Siracusa e Troina e che mira allo sviluppo di un turismo emozionale tramite la valorizzazione e la promozione dei luoghi che videro protagonista la Sicilia durante lo sbarco delle truppe alleate del 1943, dando risalto agli importanti giacimenti culturali che ne hanno segnato il percorso. Tra le tematiche: la cucina al tempo della guerra, le simulazioni degli eventi bellici, i campi di battaglia, i rifugi, i cimiteri di guerra, i musei, le collezioni e le testimonianze, i fotografi di guerra.

In questo ambito, si inserisce l’attenzione dedicata a Phil Stern, il grande fotografo americano che ha scattato le immagini più significative durante lo sbarco anglo-americano in Sicilia, Operazione Husky, del luglio 1943 e che ne ha ripercorso le tappe 70 anni dopo. Accanto a un’importante retrospettiva, la Fondazione ha dato vita al Phil Stern Pavilion che oggi ospita 70 fotografie esposte in modo permanente all’interno del Museo dello Sbarco 1943 alle Ciminiere di Catania. Ulteriori iniziative saranno promosse nel corso del 2019, anno in cui ricorre il Centenario dell’artista.

Inoltre, il progetto HAS, Homo-Ars-Sacrum, nato con l’obiettivo di comprendere e analizzare la dimensione artistica legata alla religiosità e all’ambivalenza del sacro. Il progetto si sviluppa attraverso interviste con studiosi di fama internazionale e la produzione di documentari dedicati al tema della relazione tra cultura materiale e credo nella costruzione della spiritualità delle società antiche e contemporanee.

Nel 2019 per iniziativa della Fondazione, l’artista di fama internazionale Michelangelo Pistoletto ha realizzato per la prima volta in mare, nel Mediterraneo, il suo “Terzo paradiso”, un’opera ammirata in tutto il mondo, realizzata in questa occasione con rifiuti plastici marini per portare alla ribalta il tema dell’inquinamento dei mari.

La Fondazione promuove anche numerosi progetti artistico-culturali sul territorio. Tra questi: “le residenze d’artista” che ospitano scultori, musicisti, scrittori, fotografi e registi per l’esecuzione di opere site specific da destinare a esposizioni aperte al pubblico; le “Colazioni in Fondazione” rivolte alla cittadinanza (al territorio, alla comunità), arricchite anche da laboratori artistici per i bambini; performance tra arte e musica, come nel caso della suggestiva “Music for urban gardens” in compagnia di sound designer. Ogni anno vengono realizzate MasterClass di grandi artisti internazionali indirizzate a giovani studenti siciliani – grazie alla sinergia con l’Accademia di Belle Arti di Catania – con una formula inedita, l’adozione; condivisione di progetti con altre realtà presenti sul territorio.

La Fondazione OELLE nel 2020, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Baudengo di Torino, sta concentrando il proprio impegno sulla fotografia d’arte italiana: mostre, forum, workshop, incontri, con il coinvolgimento di alcuni dei protagonisti della scena nazionale e internazionale, dai fotografi maestri indiscussi agli artisti emergenti considerati tra i più interessanti delle ultime generazioni. 

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