UT PICTURA POESIS.
A Vincent.
Cantate, pittori, un inno,
levate un canto alla vita.
Graffiate coi vostri pennelli
la dura scorza della terra.
Già quasi vi sento,
è appena un sussurro.
Silenzio!
È il colore che parla:
lasciate ch’io ascolti
con l’orecchio dell’anima,
lasciate che i suoi sussurri-colori
giungano a me,
lasciate che i suoi rossi di fuoco
infiammino l’anima mia,
che i suoi gialli mi regalino
in sogno
distese di grano bambino
e che i suoi verdi-smeraldo
urlino la speranza
delle mie poche albe.
Lasciate che il candore del bianco
apra orizzonti infiniti
al mio desiderio
e che la tristezza del nero
scivoli via
senza una parola.
Oh! Vincent!
Lascia che ogni tuo gesto
su ruvida tela
conservi colori sgargianti
per i miei arcobaleni di carta
e che ogni tua scheggia
di rosso, di giallo, di verde
sia annuncio e promessa
di terre migliori.
Ti ascolto, muto poeta,
impastare colori
come fossero parole,
disporre prospettive
come fossero frasi,
dar forma a spazio e tempo,
pennello e clessidra.
Oh! Vincent!
Impasta di giallo quei campi
rabbuia l’azzurro del cielo,
con turbinio di nuvole gialle,
vortici sotto la luna;
del cielo, fanne smeraldo
e di quei fiori nel vaso,
seminatori di speranze
in un sole rigonfio.
Oh! Vincent!
chi urla
sotto spoglie di alberi verdi
aggrediti da un mare-non-mare
in fuga su piedi-radici?
Quale urlo di anime in pena
s’alza dai rami ritorti
degli alberi in fuga
dalla furia del cielo?
Quale nero orizzonte
sfugge sulla tela innocente
dalla tua anima in pena?
Quali neri sparvieri
volarono dai tuoi sogni di grano
sotto un cielo minaccioso
di nuvole nere?
Oh! Vincent!
Accendi i tuoi soli
in splendori di giallo,
e lascia la notte,
impasta sfarzose cromie
di colori sgargianti,
di girasoli splendenti
nei vasi,
di donne felici
sulle rive del fiume,
accendi margherite e tulipani
e regala un sorriso
a quel signore serioso
cui hai prestato il tuo volto.
Se vuoi, Vincent,
prendiamo insieme un caffè,
e parliamone un poco
sotto la luna d’Olanda.
Questa notte sogneremo
a cuore leggero
colori sui tetti delle case
sulla natura che dorme
sui talami infuocati d’amore
e sulle spiagge deserte
della mia e della tua terra,
Vincent.
Stanotte, amico,
coglieremo lusinghe
e ci faremo viandanti e guerrieri,
aspettando che l’alba
risvegli i miei versi
come fossero affreschi,
e ai tuoi colori
regali una voce,
con urla di parole.
Ut pictura poesis.
E così, il tuo pennello-parola
darà voce alla mia ansia
e i miei versi alla tua.
Un saluto, Vincent.