#1Libroin5W.:, Amalia Caratozzolo “Pene d’Amore”, Baldini+Castoldi.

Chi?

I protagonisti di questo libro sono gli ex fidanzati. Nonostante ci abbiano fatto penare e passare notti insonni, io decido di celebrarli nel mio libro 😉 Vi spiego perché. Chi non ha avuto la sfortuna, almeno una volta nella vita, di incontrare un narcisista, un mammone, un ambiguo, un traditore seriale? E chi non ha un ex con cui proprio le cose sono finite male? I protagonisti di Pene d’amore, manuale illustrato di sopravvivenza agli ex, sono i nostri amori finiti. Naturalmente anche noi donne siamo parte attiva nella relazione, e abbiamo le nostre responsabilità: è per questo che nel libro troverete anche una ricca agiografia di donne votate al martirio, che rappresentano la sfera emotiva femminile, a volte ribelle, altre volte più remissiva. Direi che gli ex sono soltanto un pretesto, il vero protagonista di questo libro è l’amore. Pene d’amore è uno sguardo ironico e pungente sulle difficoltà di amare, sulla complessità delle relazioni.

Cosa?

Un focus sulle emozioni legate alla fine di una storia, di un amore. Rabbia, sindrome dell’abbandono, rassegnazione, voglia di rivalsa, ossessione, depressione e chi più ne ha più ne metta. Il tutto è raccontato e illustrato con tanta ma tanta ironia. Intanto perché, a mio parere, nella vita non dovremmo mai prenderci troppo sul serio, e poi perché questo è un libro di satira e quindi, seppur si tratta di una risata amara, si ride di gusto delle sfighe amorose più incredibili, quelle da Guinness dei primati! Ma siccome il gioco è la cosa più seria che esiste, aspre risate e toni sarcastici ci accompagnano nella riflessione su temi molto seri come i tabù, l’emancipazione femminile, gli stereotipi e i pregiudizi. Ridere delle proprie sventure diventa spunto di riflessione e soprattutto strumento catartico: un alleato prezioso nell’affrontare sfide tra le più dolorose, come la fine di un amore.

Quando?

Il libro è stata la mia tesi di laurea all’Istituto Europeo di Design nel 2007. Ho sempre creduto molto in questo progetto, e così dopo molti anni dopo, ho fatto un intero restyling e mi sono messa in cerca di un editore. Nel lontano 2007, carica di entusiasmo e positività, sognavo di pubblicare il libro e spedirne una copia a tutti i protagonisti, con tanto di dedica J Quando poi in effetti il libro venne pubblicato… intanto non ne avevo più alcuna voglia perché avevo fatto opera di catarsi, e oltretutto non c’è n’è stato alcun bisogno, perché lo hanno comprato da soli! Ho anche ricevuto diversi messaggi di poveri ex perplessi che si chiedevano come mai quel protagonista a pag.19 gli somigliasse tanto. Immaginate il mio giubilo! Ma la cosa più divertente è che in effetti sì, ci sono dei riferimenti reali, ma in questo gioco all’insegna della satira, fondamentalmente tutti gli ex diventano dei banali cliché, quasi interscambiabili tra loro. Insomma, non ha importanza chi, ma come. Le storie di Pene d’amore, sono le storie di tutte noi!

Dove?

Sia il libro che le immagini nascono prima nella mia testa. La mia è un’illustrazione di tipo concettuale, è sempre il concetto ad avere la priorità assoluta. Di solito è una suggestione, un’idea, che poi prende forma con la scrittura o con il disegno, oppure con tutti e due J come nel caso del libro. Con Pene d’amore ho iniziato a usare anche la scrittura come mezzo creativo, e mi diverto moltissimo! Da più di un anno, sono autrice di una rubrica di satira illustrata per la newsletter del Fatto Quotidiano A parole nostre, a cura di Silvia D’Onghia.

 

Perché?

Perché Pene d’amore è il libro che mi sarebbe piaciuto incontrare in un momento difficile, come la fine di un amore e/o quando ho vissuto un abbandono. Intanto perché mi sarei sentita meno sola, e poi perché ridere delle proprie sfighe amorose, può essere davvero liberatorio!

Scelti per voi

[Dal capitolo Cos’avrà voluto dire? Mattia – L’ambiguo]

Fanno parte di quelli che “Ti rispondono con un sorrisino” 🙂 Tu prepari un messaggio ad hoc, completo di dettagli per spiegarti al meglio, con domanda finale studiata, che suona proprio come un invito a proseguire la conversazione, IL messaggio, l’essemesse che entrerà nel Guinness dei primati. Per scriverlo impieghi due notti intere della tua preziosa esistenza, inchiodata al computer che neanche Paul Sheldon minacciato da Anne Marie Wilkes in Misery non deve morire! Mandi il poema a tutte le sorelle e amiche fidate per approvazione.

E lui che fa? Ti risponde con un sorrisino…

Cos’avrà voluto dire?

Qual è il suo reale pensiero? Quale ragionamento oscuro e misterioso si nasconde nella sua testa? Proviamo a svelare l’arcano, risolvendo questo enigmatico rebus!

Amalia Caratozzolo (AmaliaC)

Sono un’illustratrice siciliana, romana di adozione. Adoro il mare, i gatti, le barbie e i film dell’orrore. Non rifiuto mai un caffè. Mi sono diplomata nel 2004 in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics, e nel 2007 in Illustrazione all’Istituto Europeo di Design di Roma, dove ho insegnato Incisione su linoleum dal 2010 al 2017. Appassionata di tecniche di stampa artigianali, ho un torchio verde acqua che è di proprietà della mia gatta (in realtà è tutto suo), ormai devo chiederle il permesso per stampare J

Nel 2013 inizia la mia collaborazione con il «Corriere della Sera», per l’inserto culturale «La Lettura». Nel 2020, nella speranza di non incontrare più casi umani, e aspettando il grande amore (sto ancora aspettando…) dò vita a uno dei miei progetti del cuore, e pubblico per Baldini+Castoldi un libro di satira illustrato dal titolo “Pene d’amore, manuale illustrato di sopravvivenza agli ex”, con la prefazione di Selvaggia Lucarelli. Con questo libro ho iniziato a usare anche la scrittura come mezzo creativo, oltre che l’illustrazione. Di Pene d’amore ho realizzato anche la grafica e l’impaginazione.

E siccome ai vampiri energetici, ai mammoni, ai vanesi, agli infanti e ai traditori seriali non c’è mai fine, nello stesso anno si avvia una collaborazione con Il Fatto Quotidiano: sono autrice di una rubrica di satira amorosa, scrivo e illustro per la newsletter A parole nostre, a cura di Silvia D’Onghia. L’ironia come forma catartica. Dal punto di vista emotivo, può essere molto utile trasformare le brutte esperienze e il dolore legato alla fine di un amore, in qualcosa di positivo e persino divertente. A mio avviso, bisognerebbe ridere sempre delle proprie sventure, soprattutto quelle amorose. Senza dimenticare che il gioco è la cosa più seria che esiste! Vivo a Roma da più anni di quelli che ho. Sono al Pigneto. AmaliaC ha lavorato per Baldini+Castoldi, Castelvecchi Editore, Corriere della Sera, Edizioni Anicia, Elliot Edizioni, Guanda Editore, Istituto Europeo di Design, Il Fatto Quotidiano, Jacobin, La Stampa, Lunaria Edizioni. www.amaliac.com

 

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