#1Libroin5W
Chi?
L’amore declinato a più a voci, ciascuna a partire da esperienze diverse, e soprattutto il malinteso d’amore e l’amore malato, delirante, nutrito dal desiderio di possesso e dalla gelosia, l’amore prepotente che soffoca e uccide. L’amore altruista, la tenerezza, l’empatia. Mi sono ispirata all’Antologia di Spoon River, alle voci oltremondane che a distanza di pagine l’una dall’altra raccontano al lettore le verità nascoste in vita. Coppie fintamente felici e infelici sul serio, bugie date per verità sussurrate in vita, verità liberate dalla morte. E poi Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore? E anche, Vuoi star zitta, per favore?
Cosa?
La parola “amore”, ripetuta dai protagonisti di questo testo, ovvero Amori, micro-storie raccontate in prima persona, monologhi e dialoghi, sequenze verbali quali strumento di indagine per fare emergere le contraddizioni.
Quando?
Lunga gestazione, a partire dai primi anni di questo secolo, 2004 e poi 2013. Prima di pubblicare ho rivisitato e riscritto buona parte della prima stesura di Amori, a suo tempo inviata a Donatella Ventimiglia, regista e critico e saggista teatrale per avere un parere, un consiglio, un giudizio. Devo al generoso incoraggiamento di Donatella Ventimiglia la nascita di questo libro, che peraltro reca la sua prefazione.
Dove?
In un luogo imprecisato, perciò ovunque nel mondo.
Perché?
Perché l’esperienza personale e le esperienze vissute da amici, amiche, è per me ancora cogente interrogativo, lo stesso di Carver. Di cosa parliamo quando parliamo di amore? E poi, cos’è? Prendo in prestito un verso di Emily Dickinson: Che l’amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore.
Scelto per voi
Scena seconda
Un divano, un tavolo al centro, quattro sedie occupate da due coppie. Sul tavolo un paio di bottiglie, piatti con patatine, popcorn, cioccolatini. Le donne ridono, confabulano mentre scartano cioccolatini, gli uomini si versano da bere.
LAURA
(apre e legge il biglietto che ha trovato nel cioccolatino) Sentite questa: “ Vi dico di volere, di sperare, di amare. E di nuovo la terra sarà vostra”, indovinate chi ha scritto questa frase.
GIOVANNI
Hermann Hesse, facile… (beve, riprende il filo del suo discorso) Come stavo per dire, io penso, anzi credo, che si faccia un gran parlare e sempre a sproposito dell’amore, senza sapere cosa realmente sia. Per quanto mi riguarda, per l’esperienza che ho, penso che il vero amore sia quello spirituale. Io sono stato in seminario, lo sapete, volevo fare il prete, sentivo di averne la vocazione… ma poi mi sono iscritto all’Università, ho scelto Medicina (sorride tra sé), come a dire, sono passato dalla cura dell’anima alla cura dei malanni del corpo. Quando penso agli anni del seminario, beh, non li rinnego affatto, sono stati gli anni più importanti della mia vita.
TERESA
Aspetta a dirlo, adesso stai con me. Magari gli anni più importanti sono questi. Sapete (rivolta agli amici), l’uomo con cui ho vissuto prima di conoscere Giovanni (gli fa gli occhi dolci, lui le stringe la mano) l’uomo con cui ho vissuto prima, per quattro anni, mi amava così tanto da dirmelo ogni momento, ed era gelosissimo, vedeva altri uomini dappertutto, mi controllava “perché ho paura di perderti”, diceva, era talmente ossessionato da questa paura e dai suoi sospetti che minacciava di uccidermi, e ci ha provato, sapete? (ride nervosamente) … per fortuna senza riuscirci. Il fatto è… che vedeva rivali, amanti a ogni angolo. Una sera mi ha picchiata selvaggiamente, mi ha buttata a terra e trascinata per le caviglie nella camera da letto, urlando “Ti amo, brutta troia”, e intanto io sbattevo la testa dappertutto e il giorno dopo avevo certi lividi… che ci sono volute alcune settimane prima che sparissero… (guarda le facce esterrefatte degli amici, sospira) Cosa si fa con un amore così?
GIOVANNI
Non essere stupida, sai bene che quello di cui parli non è amore. Si può chiamare in molti modi ma certo non è amore. Malattia, fissazione, mania, possessività… delirio di onnipotenza. Ecco la definizione giusta.
TERESA
Dì quello che ti pare, ma io so che era amore, potrà sembrare assurdo a te, ma non cambio opinione. Il mio ex era troppo passionale, ecco tutto. Certo (rivolta a Laura) si è comportato come un pazzo, ma dopo ogni litigio mi coccolava, chiedeva perdono, diceva che non avrebbe potuto vivere senza di me. Ero tutta la sua vita, capite? Quello era amore, Giovanni, non dire che non lo era.
GIOVANNI
(cupo, il bicchiere in mano, rivolto ora a Laura, ora a Nicola) Era un sadico, invece. Un pazzo, uno psicopatico. Quell’uomo minacciava di uccidermi, ci tormentava con le sue telefonate, la terrorizzava. Teresa è una romantica masochista del tipo “spaccami-le ossa-e saprò- che-mi ami”. Era un rapporto malato, e lo era da parte di entrambi. Tesoro (rivolto alla moglie), non fare quella faccia, sto dicendo la verità ai nostri amici. E voi, che ne pensate? Vi sembra amore quello che Teresa vi ha appena raccontato?
Dalla prefazione di Donatella Ventimiglia
Nel 2004, nel laboratorio dal titolo Segmenti di un discorso amoroso, condotto all’interno del master in Comunicazione e Linguaggi non verbali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ho arditamente accostato Amori di Maria Gabriella Canfarelli a Girotondo (Reigen) di Arthur Schnitzler e Dannati (Blasted) di Sarah Kane. (…). Tre testi assai diversi tra loro, ma con un denominatore comune: la relazione tra esseri umani messi alla prova dall’esistenza. (…)
In Amori, Canfarelli esplora l’animo umano fin nelle sue più oscure manifestazioni. Con un approccio che non esprime un giudizio morale, l’autrice si accosta alle differenti sfaccettature del sentimento con cautela, ma anche con la giusta distanza, indispensabile per arrivare al compimento della descrizione dei suoi personaggi tanto da renderli credibili, veri. Non siamo qui nell’ambito del realismo, si badi bene, il vero semmai è rappresentato dalla coesistenza di segmenti compositivi con le schegge che da questi si distaccano creando un secondo, un terzo e altri piani ancora, tanti quanti chi legge riesce a individuarne e tutti ugualmente ammissibili. Il tratto distintivo della scrittura di Maria Gabriella Canfarelli è la ricerca dell’autenticità, di una narrazione lineare che mai si perde in sovrastrutture, ma che si accosta alla materia trattata, così delicata quando protagonisti sono i sentimenti, (…), quasi in punta di piedi. (…). L’autrice srotola il racconto dei protagonisti con mano abile e sempre coerente, anche quando ne deve far emergere le contraddizioni e gli affanni. Essi sono lì, esposti, ma al tempo stesso protetti da un velo di pudore. Nella chiusa poetica (un commovente rimando alle atmosfere dell’Antologia di Spoon River), la coppia, che apre la sequenza dei segmenti del discorso amoroso indagato da Canfarelli, ricompone l’ordine dei sentimenti, lasciando ai giovani che vivono relazioni affettive non sempre facili, un toccante testamento sull’amore.
Nota biobibliografica
Maria Gabriella Canfarelli (Catania, 8 marzo 1954) ha pubblicato i libri di poesia Battesimo di pioggia (Acireale, Publinform 1986); Domicilio (San Gimignano, Siena, Nuovi Quaderni 1999); Cattiva educazione (Roma, Zone Editrice 2002); Zona di ascolto (Bologna, Giraldi 2005), L’erborista (Mineo, Catania, Imprimatur 2010), Dichiarazione giurata dell’attrice (Mascalucia, Catania, Edizioni Novecento 2015), Provi di lingua matri (in dialetto siciliano; Mascalucia, Catania, Edizioni Novecento 2019), e Memento – dalle Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (Roma, Cofine 2021). Altri versi sono apparsi sul web, tra cui L’estroverso, poetidelparco, Poetarum silva, su riviste cartacee quali Via Lattea, pagine, Atelier, Le Voci della Luna, La terrazza, Periferie, e nelle antologie Ditelo con i fiori- poeti e poesie nei giardini dell’anima, a cura di V. Guarracino (Montichiari-Brescia, Zanetto 2004); La battana n.184 (Femminino profondo alle pendici dell’Etna, a cura di Laura Marchig); Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea n.1 (Quaderno n.4: Sicilia, a cura di Giuseppe Condorelli, Raffaelli 2013); Ambrosia (Milano, La Vita Felice 2015); Umana, troppo umana (a cura di Fabrizio Cavallaro e Alessandro Fo, Milano, Aragno 2016). Ha pubblicato i racconti Prima del compleanno (2013) e La disattenzione (2017) sulla Rivista di Letteratura e Ricerca La terrazza (Edizioni Novecento) di cui è redattrice, e ha curato (2006/2009) la rassegna Poesia siciliana contemporanea per la rivista di poesia internazionale pagine, diretta da Vincenzo Ananìa. Collabora inoltre con la rivista Periferie (Edizioni Cofine). Alcuni testi (editi e inediti) in dialetto sono inseriti nel volume antologico Dalle carte dell’isola-Il libro della poesia neo-volgare siciliana oggi (a cura di Gualtiero De santi e Renato Pennisi, Lanciano, Chieti, Carabba, collana Diramazioni diretta da Giovanni Tesio, 2021).