#1Libroin5W.: Olga Irimciuc, “La letteratura romena nella Repubblica Moldava”, Graphe.it editori.

Chi? 

Il volume La letteratura romena nella Repubblica Moldova. Percorso tematico, (Graphe.it edizioni, 2022) analizza una parte della cultura scritta in lingua romena “prodotta” sul territorio attuale della Repubblica Moldova.

Cosa? 

Il saggio segue l’evoluzione storica di diverse specie letterarie, concentrandosi su una prospettiva tematica. Durante diversi decenni, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi, gli scrittori si sono confrontati con vari problemi sia di natura estetica, che politica. L’attaccamento a certi aspetti tematici rappresenta, in questo contesto, un atto coraggioso destinato a conservare la propria identità culturale. L’immaginario artistico offre allo scrittore ed al lettore uno spazio compensativo per eccellenza dove ritrovare se stessi, fare delle domande scomode sul passato e sul presente ed sentirsi liberi in una società sottomessa, per un lungo periodo, ad un regime disumano.

Quando? 

L’idea di scrivere uno studio dedicato all’evoluzione ed alle caratteristiche della letteratura nella Repubblica Moldova è nata dopo la traduzione in italiano dei due autori più importanti in questo spazio culturale: il poeta Grigore Vieru ed il romanziere e poeta Nicolae Dabija. Durante diverse presentazioni organizzate sul territorio italiano, vi era sempre la necessità di spiegare, in sintesi, la specificità e le dinamiche della letteratura romena in questo spazio geografico particolare. Mi sono chiesta, allora, perché non scrivere un libro che analizzi in dettaglio questo fenomeno letterario?

Dove? 

Paradossalmente, il testo è nato ed è stato realizzato interamente in Italia. Credo che questa “lontananza” geografica dall’oggetto di studio rappresenti un aspetto positivo, perché permette d’interpretare il fenomeno in modo più distaccato e di confrontarlo con più facilità con altri fenomeni culturali. Spesso, da lontano, le cose si vedono in modo più chiaro e nella loro complessità.

Perché? 

Perché la Repubblica Moldova, nonostante fosse uno stato europeo ed, addirittura, un candidato per aderire all’UE, è ancora poco conosciuta agli italiani. I moldavi, però, rappresentano, da punto di vista numerica, un’importante parte della società italiana. Vorrei che questo libro aiutasse il lettore a coprire alcune lacune nella comprensione di questa realtà, perché credo fortemente che solo attraverso la conoscenza reciproca possiamo costruire una valida comunicazione interculturale.

 

            Vorrei porre l’attenzione su un brano che offre, secondo me, la chiave di lettura della cultura romena nella Repubblica Moldova, ma nello stesso tempo, ci invita a meditare sulla nostra condizione umana, in un mondo che tende sempre più a divenire globalizzato:

            “La coscienza della propria marginalità, in quanto parte di uno spazio spiritualmente periferico, si porge come un’altra particolarità della fisiologia immaginaria moldava. Il celebre poeta Grigore Vieru coglie perfettamente, in una delle sue poesie, le sfumature semiotiche di questa condizione:

Locuiesc la marginea

Unei iubiri.

În mijlocul ei

Trăiește credința mea.

Locuiesc la marginea

Unui cântec.

La mijlocul lui

Trăiește speranța mea. (Locuiesc)

 

Abito alla periferia

d’un amor.

Nel mezzo

vive la mia fede.

Abito alla periferia

d’una canzone.

Nel mezzo

vive la mia speranza. (Io abito).

            Sorprende nel testo di Grigore Vieru la duplice collocazione dell’io lirico: una di confine (Abito alla periferia/ d’un amor; Abito alla periferia/ d’una canzone), vissuta direttamente e quasi oggettivamente; l’altra, invece, di centralità (Nel mezzo/ vive la mia fede; Nel mezzo/ vive la mia speranza), presentata indirettamente ma sentita con intensità (come suggerisce il forte valore di possessività indicato dal pronome mia). Sembra quasi di intravvedere le tracce di un destino umano, segnato dalla sua condizione periferica: vivere nella venerazione dei valori fondamentali della propria cultura per non sentire il peso di un confine, oltre il quale esistono altri valori, altri mondi spirituali, altri destini. Il poeta non rivela nulla sull’oltre-confine, perche concentra l’attenzione esclusivamente sull’io, in quanto è importante che lui capisca la propria posizione dell’universo

e mantenga intatta la relazione con il centro. Altrimenti, rischierebbe di perdersi, di essere assorbito dalle altre culture, senza la possibilità di interagire con esse, di aprire un dialogo, perche non è possibile stabilire uno scambio se mancano i cardini di un paradigma identitario. Il topos del confine, nei versi di Grigore Vieru, sembra sfuggire all’idea di divisione, di separazione, assumendo decisamente la funzione di fissare le coordinate dell’io nello spazio spirituale della cultura romena. Infatti, il confine è associato a dei sostantivi astratti, ricchi di molteplici significati e con delle sfumature autoreferenziali:

periferia d’un amor, periferia d’una canzone.”

(Olga Irimciuc, La letteratura romena nella Repubblica Moldova. Percorso tematico, Graphe.it edizioni, 2022 p.23)

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