Carlo Prisco e l’Eusebismo, filosofia improntata al ‘rispetto’ per l’adozione di principi e parametri universali.

l’autore racconta

 

Il termine.

“Eusebismo” è il termine di mia invenzione, mutuato dal vocabolo greco “Eusebeia”, utilizzato per definire una filosofia nuova e originale, improntata al principio di rispetto. Il termine greco, infatti, designava un rispetto “allargato” a ricomprendere anche entità naturali, in una prospettiva che si potrebbe definire animista derivata dai culti orfici. È una filosofia di vita, che si ripropone di individuare principi e parametri idonei a vivere con rispetto nei confronti di tutto ciò che esiste, e, quindi, sia sé che altro da sé. Morale e diritto rivestono una posizione privilegiata, in quanto attorno ad essi ruota l’estrinsecazione concreta dei principi generali e astratti delineati nell’opera. Nell’agire concreto, occorre dunque domandarsi “cosa” sia il rispetto, e come parametrarlo in relazione a entità che tra loro possono essere anche assai differenti. Dopo aver identificato principi guida, occorre dunque tratteggiare un sistema di diritti (e doveri), determinando quali siano essi e i soggetti passibili di esserne portatori.

L’idea.

L’idea è nata mentre lavoravo alla mia tesi di dottorato in Filosofia del Diritto. La tesi era dedicata ai diritti dei vegani, e, indirettamente, anche a quelli degli animali non umani. Nell’ambito di quegli studi ha iniziato a delinearsi in me la costruzione fondamentale di questo pensiero, che, piano piano, ha preso forma. Inizialmente avrebbe dovuto essere soltanto un paragrafo all’interno della tesi, ma, poi, è stato stralciato. Probabilmente i miei tutor universitari non vedevano di buon occhio il fatto che un semplice dottorando potesse azzardarsi a costruire addirittura un sistema filosofico e morale. In effetti ci fu anche chi me lo fece apertamente capire. A differenza loro, io ho sempre elaborato pensieri autonomi e così anche le mie tesi (di laurea prima, di dottorato, poi) sono sempre state realizzate in modo sperimentale e non compilativo. Alla fine, la tesi di dottorato è stata pubblicata con il titolo “Il diritto al vegetarismo”, e, successivamente, tradotta e pubblicata in USA sotto il nome “The right to vegetarianism”, mentre “Eusebismo” ha ricevuto attenzioni e riflessioni per altri 3 anni, fino a vedere la pubblicazione con un editore di nicchia, essendo stato considerato troppo poco commerciale per altri, più generalisti.

La tesi.

Nel corso dei miei studi, anche e soprattutto durante il dottorato di ricerca, ho approfondito molto le filosofie pionieristiche, e in particolare le teorie morali volte a estendere la considerazione a soggetti normalmente trascurati. È il caso dei diritti animali, ma anche della ecologia profonda o ecosofia. Nell’esaminare e comparare quei lavori, mi è sembrato di scorgere delle lacune macroscopiche, eppure apparentemente visibili ai loro autori: tutti si focalizzavano esclusivamente (o quasi) sugli oggetti del loro interesse, escludendo così tutto il resto, e fornendo precetti che – a mio avviso – risultavano a priori parziali (sia nel senso di “incompleti”, che nel senso di “di parte”). Eusebismo nasce da una concezione “olistica” dell’essere e da una considerazione che potremmo così sintetizzare: il rispetto, se non è per tutti, non è per nessuno. La mia tesi è che, ogni volta che lottiamo per l’affermazione dei diritti di una minoranza, tiriamo una coperta senza mai effettivamente allargarla. Ecco, Eusebismo è il tentativo di estendere quella coperta, fino a poter ricoprire tutti.

Citazioni dal libro

“Idee nuove richiedono parole nuove: da questa considerazione è scaturito il bisogno di cercare un vocabolo che potesse ricomprendere in sé le numerose istanze che vanno sempre più facendosi strada nel pensiero di molti, che tuttora rischia di rimanere imbrigliato ed etichettato all’interno di definizioni parziali e incapaci di rappresentare a tutto tondo istanze spesso tra loro differenti”.
“Eusebismo è qualcosa di diverso da tutto il resto, ma si presta per definizione ad abbracciare qualsiasi cosa ed esperienza: partendo da una pars destruens, volta a individuare e superare i limiti concettuali e le segregazioni intellettuali imposte durante tanta storia dell’umanità, e culminando nella pars costruens, intesa a proporre idee nuove”.

“Una volta che l’umanità sarà uscita dal vicolo cieco in cui la mentalità oggi dominante l’ha condotta, ispirandosi al criterio morale dell’evoluzione potrà alfine emanciparsi dalla falsa necessità del diritto e delle leggi semplicemente rinunciando alla propensione verso la prevaricazione e considerando il perseguimento dell’equilibrio quale obiettivo definitivo di ciascun individuo e non soltanto delle comunità organizzate”.

“Se qualcuno o qualcosa può esser danneggiato, è necessario riconoscergli il diritto a non esserlo, e dunque il corrispettivo dovere altrui di astenersi dal farlo”.

“Possiamo dunque concludere che, mentre il fatto di astenersi dal cagionare un danno configura un dovere, e come tale è coercibile, l’azione volta a determinare un beneficio non configura alcun dovere, bensì il valore morale pratico cui tendere, ponendo in essere azioni atte a recare benefici a chi ne è destinatario”.

“La maggior parte dei filosofi animalisti o ambientalisti si spende nel tentativo di dimostrare che animali o ambiente siano titolari di diritti e che, pertanto, gli uomini siano tenuti a riconoscerli e rispettarli, ma in definitiva nessuno ha mai dimostrato validamente su quali basi si fondi il presunto diritto umano di disporre liberamente di tutto ciò che umano non è”.

“I cardini del sistema morale dell’Eusebismo sono cinque:

1) RISPETTO (rispettare l’esistenza di ciò che è altro da sé)
2) EQUILIBRIO (gli interessi coinvolti devono ricevere reciproca soddisfazione)
3) NON INTERFERENZA (non si deve interferire con l’esistenza, l’evoluzione o la sopravvivenza di ciò che è altro da sé)
4) POSSIBILITÀ (ripetibilità da parte di n soggetti)
5) CIRCOLARITÀ (primo principio della termodinamica e legge di Lavoisier, nulla si crea, nulla si distrugge: tutto si trasforma)”.

“Il nostro senso nell’universo e il perfezionamento di ciò che siamo come individui e come collettività non saranno risolti o esauriti allorchè, per esempio, avremo conseguito i diritti per le minoranze, o per gli animali, o il rispetto dell’ambiente: per questo motivo limitarsi a filosofie che si occupino di singoli aspetti problematici è un po’ come leggere un libro senza la fine. Che dovremmo fare con “tutto il resto”, una volta sistemati quei singoli aspetti?
La proposta dell’Eusebismo è semplice e chiara: adottare principi e parametri universali”.

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