Clinica del desiderio tra Poesia e Inconscio nei Paesi etnei

Scrittura, cura e trame di comunità*

C’è sempre del femminile alle origini della psicoanalisi,e tutto avviene come se questo femminile fosse necessario al compimento di una trasformazione della soggettività universale

(Elisabeth Roudinesco)

 

Trasmissione

Nel luglio del 1978, a Parigi al IX congresso EFP, Lacan affermava:

“La psicanalisi è intrasmissibile” è necessario che lo psicoanalista “reinventi il modo in cui la psicoanalisi possa durare”.

Desideri

La psicoanalisi nasce da un desiderio: desiderio freudiano e desiderio inedito per Lacan, di fine analisi. Il desiderio non è potenza, non è volontà, non è il comando dell’io: è soggettività e al tempo stesso è il “contrario, si oppone alla soggettività come una resistenza, un paradosso, un nucleo rigettato, ripudiabile” (Lacan Seminario VI pag. 522). Il desiderio è testimoniare come una cantastorie, immigrata in Sicilia, la Pratica di Lacan nei paesi etnei attraverso la Poesia.

Cantastorie

Il mercato (i suq), la piazza, le strade sono stati, fin dalle origini, i luoghi privilegiati dai cantastorie e dai poeti. Il cantastorie era una figura errante, raccoglieva i sintomi, i sospiri della gente, in parola cantata e scritta, trasformava i desideri in legami sociali e la sofferenza in  accoglienza. Cosa raccoglie oggi un cantastorie? Raccoglie il desiderio dal luogo dell’Altro (Altro Familiare e Sociale). La pratica Lacaniana è presenza sul territorio, non di risposta ai problemi sociali, ma dal lato della domanda, di raccolta di nuovi significanti. Si pratica ciò che resta di un’analisi: una traduzione di un sapere non universitario, traduzione che, per l’etimo della parola, significa testimoniare.

I luoghi di partenza sono stati i paesi della Sicilia sud orientale.

 

I Paesi Etnei

Sono paesi marchiati da storie e storia di diseguaglianze, privilegi, rassegnazione e forze creative. Sono nati dalla pietra vulcanica, dalla sciara, sopravvissuti a terremoti e faglie, consacrati a la Santuzza, Sant Alfio, e ad altri martiri. Sono paesi dell’area metropolitana di Catania sospesi tra desideri impossibili e possibili, tra sacro e profano, tra familismo e invenzioni di comunità, identificazioni e affetti inconsci Ed è in questi paesi che l’esistenza dell’inconscio avviene nel luogo dell’Altro (famiglia, socialità, economia ecc).

Gli inizi della pratica sono stati le presentazioni delle poetesse etnee.

Poetesse etnee

Le poetesse etnee, non sono l’invenzione delle Personagge (figure narrative della Società Italiana delle Letterate): sono donne comuni, conosciute in gruppi di lettura e associazioni di volontariato. Le poetesse incontrate si autodefiniscono ignoranti perché non hanno potuto studiare. Hanno passioni forti: il ricamo, il giardinaggio, il cucito, l’amore per gli animali. Vivono in continuo stato di ispirazione. Scrivono sul tavolo  di una cucina, sulle pagine di fb, nei giornali locali.

Le Presentazioni dei libri delle poetesse e dei poeti etnei sono accadute: nelle cantine, nei laboratori di danze (al Feotto di Fiumefreddo, all’Isola di Luce a Gravina) negli aperiswing e nelle stazioni abbandonate della valle del Simeto. Le presentazioni, non sono le presentazioni cliniche di Lacan raccontate dai soggetti malati. Sono esercizi di parola senza interpretazioni e giudizi letterari: il pubblico interviene, applaude e riconosce  colui e colei che scrive.

 Frammenti poetici

Alla deriva versi di Lucia Patanè

È giusta la preghiera

raccoglie pensieri ed emozioni

Intorno il degrado

Soli,

In una area di piombo,

a malapena si respira

Nessun aiuto

Nessuna meta

questa nave dell’ universo

va alla deriva

Lucia è nata nel 1944 , impiegata amministrativa in pensione, ha scoperto  la scrittura dopo la morte del marito. La poesia ha fermato l’autrice a non scivolare nella malinconia, a non  mutarsi in una nave alla deriva. Alla solitudine di Lucia, risponde il godimento femminile di Paola Maugeri, musicista, poetessa e pittrice che scrive:

sulle ali dello Spirito il bruco seppe di essere essere una farfalla.

Il Godimento di Paola è un viaggio interiore di amicizia, confidenza con Gesù, i Santi e le guarigioni. Paola ha incontrato il dolore fisico nel corpo e lo ha trasferito  in poesia, musica e pittura. Non sappiamo se gli i incontri con Gesù e lo Spirito santo siano veri  o appartenenti al discorso mistico, ma per Lacan la mistica è una cosa seria (seminario XX Ancora.1972 -1973, Einaudi Torino 2011, pp. 71 -72),  l’inconscio è una sorta di trascendenza interna che trascende il soggetto (J.Lacan, La psicoanalisi e il suo insegnamento, in  Scritti, cit). Sorprende, nella lettura poetica, la singolarità di donne comuni. Ognuna di esse è in bilico in una posizione femminile non fallica. Poetesse che albergano nella parola e la trasferiscono su appunti,fogli volanti quaderni della spesa. Sono portatrici di logos da trasmettere / da mettere insieme. Quali ideali, contraddizioni, affetti, insofferenze mettono insieme? Dove si annida la poesia nella vita quotidiana? La scrittura dentro casa sembra essere la chiave di accesso al mondo. La poesia può condurre verso un Gaio Sapere? Il Gaio Sapere (Lacan, Radiofonia, cit., pag 83) ovvero quella “gioia relativa al sapere che consiste nel fare posto al godimento nell’esercizio del  sapere”.

         

Due poetesse e due inconsci

Cantieri di bellezza

Il Cantiere (dal latino cantherius cavallo castrato, in seguito cavalletto di sostegno) è un’area di lavoro per la costruzione di fabbricati ed edifici pubblici. La costruzione dei cantieri trova origine  nelle Poetiche di cura e dalla Tela del Mediterraneo. La poetica della cura è l’eredità del pensiero di F. Basaglia che come Lacan ha avuto cura alla soggettività umana e cura di chi cura. La Tela del Mediterraneo è una rete di saperi, linguaggi femminili e carte dei  diritti delle donne del Mediterraneo. I Cantieri sono i fabbricati: incontri di cittadini e istituzioni in eventi pubblici. I Cantieri sorgono in diversi luoghi del territorio agriturismi, piazze, associazioni, passeggiate e sagre popolari, a fera. Poeti, artigiani, produttori di vini, insegnanti, mediatori culturali e amministratori si  riuniscono attorno a un tavolo per un bene comune. Al banchetto possono essere invitati un prete, un ateo, un ignobile, un galantuomo, una donna, un bambino … un cane …ma qualcosa di perturbante può irrompere sulla scena. I linguaggi possono accendersi, i discorsi diventare imperativi. La presenza della psicoanalisi nei Cantieri è di far circolare quella moneta, chiamata da F. di Saussure parola, la parola che, per un proverbio arabo è ogni parola è un uomo. Il discorso dell’analista si oppone al desiderio di padronanza, preserva un vuoto, una attenzione ai detriti e alla frattura della parola. Ai godimenti  sociali, al pensiero unico risponde con la sottrazione e l’etica della singolarità.

E la Poesia?

La presenza dei poeti ai banchetti è la testimonianza di un corpo parlante, le loro poesie sono poesie viventi, atti poetici singolari: sono  poetiche analitichePoetica analitica così viene chiamata da Maddalena Bergamin una pratica che mette al posto del commando “la singolarità delle esperienze poetiche”  perché “l’importanza di una poesia  non risiede nello statuto di forme letterarie, ma in quello che fa risuonare al lettore”  (Luis Izcovich da I Marchi di una psicoanalisi pag 87). Il soggetto poetico emerge dalle fessure di un desiderio condiviso con gli altri. Si condivide un canto, u ballettu, un trauma, una paura, qualcosa di indicibile. Nel banchetto poetico c’è posto per tutti: per chi danza e non sa danzare, per chi sa scrivere e non scrive. Si abita  la lingua, la langue, i suoni prima della parola, quando le madri migranti, per il poeta Adonis cantavano la poesia facendo ballare i propri figli nei deserti”. La lingua poetica “monta come il latte” (Andrea Zanzotto in Petel di Filo’,1976) dialoga con l’inconscio e sfiora il reale. Può la poesia, non dal lato del simbolico, ma come corpo parlante accedere alla clinica del desiderio? Poiché come ha confidato una poetessa ignorante “poco quello che so, tanto quando mi confront”.

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*Questa rubrica nasce dall’incontro di due desideri. Il desiderio di Grazia Calanna, giornalista attenta a cogliere i segnali del “reale” e il desiderio dell’analista di interrogare la scrittura, in particolare la scrittura femminile come risorsa di comunità. Tratteremo di cura, di poetica della cura e di frontiere. Confine e frontiera non sono sinonimi. Il confine anticamente non era un territorio geografico-giuridico ma un luogo sacro. La frontiera è una soglia, un passaggio, un flusso di corpi che hanno perso carte di identità e memorie. La cura è l’insieme di trame di comunità. La psicanalisi di S. Freud e J. Lacan è una psicanalisi di legami sociali, di cura della parola e partecipa a tessere trame di comunità. È migrante e mancante. È mancante perché non è promessa di facili suggestioni, ma una clinica dell’ascolto. È migrante perché come ha scritto Lacan “lo psicanalista deve sapere dove il suo tempo lo trascina”. In questa direzione oggi presento “Cunti di incontri Sicilia”, un’esperienza vissuta sul territorio.

ph in copertina fonte qui https://www.sicilia.info/catania/etna/

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