“Con la poesia, è un incontro che apre alla possibilità di un attraversamento”. Gisella Genna e il suo “Rarefazione”

tre domande, tre poesie

Ci si accorge della poesia quando si arriva su un crinale (molto più concreto di quanto si creda, perciò non solo “letterario”) dove la comprensione improvvisamente è quel puntello, quel bastone che ci ha aiutato pur sembrandoci inadeguato. La nostra fatica è più forte dell’asta legnosa che poteva spezzarsi a ogni passo: dovevamo pensare più alla sua resistenza che al necessario sforzo sfiancante. La traversata fin lì condotta assolve il proprio compito, capiamo di non aver sbagliato la scelta. Ripensiamo alle pagine lette di Dante e di Achmatova, il crinale aspetta un nostro contraccolpo ed è tutto lì: la poesia è un unico respiro. (…) Le parole di questa raccolta sanno che non possono svanire nel nulla, è una consapevolezza orientata dall’autrice fin dove la realtà può ancora difendere i nomi delle cose, e i nomi non nascosti dei testimoni familiari. Ogni lettera si trasforma in figura che vale la pena offrire al lettore, l’oggettività è ancora presente, tanto che “rarefazione” non è un tragitto verso l’inconsistenza, ma il farsi largo fra l’inutilità imperante. Essere concisi, come le pietre di ponti e mura centenarie, è un accordo ben definito fra l’emozione, il ricordo dei padri e la giustizia scambiata fra il verso e i luoghi di cui si sta parlando. Non si tratta solo di stile, ma di offrirsi alla strada per scoprire dove sta il punto di forza che unisce le vicende esistenziali alla visione indipendente della poesia.

(da “Improvvisamente, la poesia”, prefazione di Elio Grasso)

 

Qual è stata la scintilla che ha portato il tuo “Rarefazione” – edito da peQuod nella collana “Portosepolto” a cura di Luca Pizzolitto -; meglio, in che modo la (tua) vita diventa linguaggio?

Ho scritto i testi di “Rarefazione” tra il 2019 e il 2022; inizialmente non ero guidata dal pensiero di una silloge, ma proprio mentre nel pianeta esplodeva la pandemia di covid-19 e vivevamo un’esperienza di sconvolgimento delle nostre vite, accanto a quanto avevo già messo giù in versi, ho iniziato a pensare e a scrivere componimenti in qualche modo “innervati di luce”, quelli che in seguito sono andati a costituire la sezione centrale del libro, Albedo. Poco alla volta la direzione si è definita con chiarezza e ha preso forma l’idea della raccolta.

La poesia è un destino? 

Nella mia personale visione della vita il destino permea l’esistenza in tutte le sue sfaccettature. Quello con la poesia è un incontro che apre alla possibilità di un attraversamento. E dunque sì, considero questo incontro un destino.

 

Per concludere, ti invito, per salutare i nostri lettori, a riportare tre poesie dal tuo libro; e di queste scegline una per condurci a ritroso nel tempo, a prima della stesura completa o della prima stesura, per raccontarci quando “accaduto” così da permetterci di condividere (e meglio comprendere) il percorso che l’ha vista nascere (nel contesto del libro che l’accoglie).

Sceglierei di condividere tre componimenti, due tratti dalla prima sezione del libro e uno dalla terza. Considero il secondo tra questi, intitolato “Ciò che deve accadere accade”, il testo centrale della raccolta.

*

Anche questo sogno andato
anche il volto, il tuo essere a lato;
ora che è poco fiorire, vai
nel raggio preciso di un mattino.
Posati polsi e palmi, un’ultima volta
insieme alla terra sbiadire.

*

Ciò che deve accadere accade

Casa di ringhiera e cotto
dei primi novecento,
la corte accoglieva propositi di
nebbia. Tu, eri sommerso, io
potevo solo esserci.

Ai piedi del letto,
per sempre riverso il padre.
Schianto del corpo in prodigio di luce
con una fantasmatica parvenza di voce.

*

Continuo a vedere le finestre in cortile riflesse nella mia, le tende scolorite dal sole e qualche pianta di aromi sui davanzali. In viaggio verso casa sfilavano le abitazioni dei paesi di provincia. Gli indumenti messi ad asciugare, svuotati della presenza. Mi sono stesa dall’altro lato del letto e ho guardato quello che vedevi tu. Ho guardato con i tuoi occhi.

 

Gisella Genna (ph. Maki Galimberti) è nata nel 1973 a Milano, dove vive e lavora. Giornalista e docente, si occupa di moda. A marzo 2020 è uscita la sua prima raccolta in versi Quarta stella (Interno Poesia), terza classificata al Premio Città di Como e finalista al Premio Europa in Versi 2021. Rarefazione è uscita per peQuod a settembre 2023. Sue poesie sono state pubblicate su blog letterari e riviste online e cartacee.

 

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