1Libroin5WPOESIA.: Dalle carte dell’Isola. Il libro della poesia neo-volgar siciliana oggi.

1Libroin5WPOESIA

 

Dalle carte dell’Isola. Il libro della poesia neo-volgar siciliana oggi, Lanciano, Casa Editrice Rocco Carabba, 2021 (Diramazioni).

Crocevia da sempre di culture, civiltà, religioni, di popoli che nei millenni l’hanno conquistata e poi perduta, la Sicilia ne ha storicamente assorbito l’essenza divenendo a sua volta riferimento e fonte di suggestioni. In continuità con una prestigiosa storia letteraria con autori in dialetto come Giovanni Meli, Domenico Tempio, Nino Martoglio, Ignazio Buttitta e Santo Calì, i poeti inclusi in questo saggio-antologia rappresentano la luce intensissima che avvolge l’Isola, e per opposto la sua oscurità indecifrabile, che comprende ogni bellezza e il suo contrario, tra culto per la tradizione e innovazione tumultuosa e sperimentazione. Nun sacciu scriviri poesii boni ppe concorsi. Iu scrivu di chiddu ca scrivissi unni fussi fussi. Quannu scrivu nunn’aiu pubblicu né ggiurii. Sulu occhi, ciatu, na penna, na para difogghi e quasi sempri fami. (Salvo Basso)

A cura di Gualtiero De Santi e Renato Pennisi (insieme nella foto di copertina) che abbiamo intervistato.

Quando è nato il progetto di questa antologia?

L’idea di curare un’antologia dedicata ai poeti in dialetto siciliano è nata nel 2015, mangiando pesce in compagnia di Gualtiero De Santi in una trattoria di San Giovanni Li Cuti a Catania. De Santi per molti anni sulle pagine delle riviste “Il parlar franco”, da lui diretta, e “Fermenti”, dove cura una apposita sezione dedicata alla poesia neodialettale, si era occupato di alcuni poeti siciliani. Scrivendo anch’io su queste riviste avevo avuto modo di occuparmi di libri ed autori della nostra tradizione novecentesca come Santo Calì, Salvatore Di Pietro, Carmelo Molino e Turiddu Bella, ma anche di poeti più recenti ed emergenti. Da questa attività e dal continuo amichevole confronto è nata infine l’idea di un saggio-antologia che si occupasse di poeti in dialetto siciliano nati nel secondo dopoguerra. Per quanto siano la Romagna, terra di poeti magnifici come Tonino Guerra, Raffaello Baldini e Nino Pedretti, e tutto il Triveneto ad esprimere autori di grande forza e autorevolezza, oggi la poesia in dialetto vive un momento felice in Sicilia, e noi abbiamo inteso molto semplicemente registrare questo stato di grazia.

 

Come si è arrivati al libro?

Dopo aver predisposto le linee principali del progetto ne ho parlato a Giovanni Tesio, che ha sposato l’iniziativa decidendo di pubblicare il volume nella neonata collana di poesia “Diramazioni”, da lui diretta, per Carabba, una delle più antiche case editrici italiane nata centocinquant’anni fa. De Santi e Tesio, chiarisco per inciso, sono tra i nostri maggiori studiosi di letteratura in dialetto. La redazione del volume è andata comunque molto a rilento anche per le imprevedibili problematiche collegate alla pandemia. Voglio aggiungere che intorno al 2018 il poeta e saggista catanese Salvatore Camilleri, autore della monumentale “Storia della poesia siciliana”, soltanto parzialmente pubblicata, scomparso quasi centenario nel 2021, mi aveva incoraggiato ad occuparmi degli autori contemporanei, e mi piace pensare che “Dalle carte dell’isola – Il libro della poesia neo-volgare siciliana oggi” sia una sorta di appendice al suo prezioso lavoro.

Quali sono stati i criteri di scelta degli autori?

Dei criteri di scelta se ne fa cenno nell’ampia introduzione al volume. Direi che si è prestata attenzione a quegli autori che si sono posti in una posizione di discontinuità nei confronti della poesia tradizionale. Due limiti frequentemente mostra la produzione in dialetto, e non soltanto quella siciliana. Il primo è l’abuso dell’esercizio della memoria, perché il ripiegare nel lontano e perduto tempo che fu si traduce nella incapacità di leggere il nostro presente. Il secondo limite è costituito dalle sabbie mobili della identitaria micropatria, cioè da un linguaggio ispirato da una minuscola comunità e da una economia prevalentemente contadina. Questo ha determinato frequentemente un approccio alla poesia in maniera bozzettistica e nostalgica, se non scopertamente agiografica. Nella scelta degli autori si è cercato di cogliere segnali di superamento da una raffigurazione tardo verista del contesto sociale e culturale, e direi che il libro è nato assumendo come pietra angolare la poesia di Salvo Basso. Con il poeta di Scordia, scomparso prematuramente nel 2002 a soli trentotto anni, la poesia in dialetto siciliano entra nella contemporaneità, e la scrittura con le imprevedibili contaminazioni dall’italiano, dall’inglese, dal linguaggio dei media, si aggiorna a esiti nuovi e imprevedibili.

Come avete organizzato il volume?

Abbiamo deciso di includere pochi autori. Sono dodici. Tanto basta e avanza. Abbiamo nella scelta considerato quei poeti che hanno dato prova di aver compiuto un percorso costante e coerente, e che non si siano limitati a una pubblicazione occasionale una tantum. Abbiamo tenuto conto della storia bibliografica di ciascuno di essi, cioè degli studi, dei saggi e delle recensioni che li riguardano.  Per ogni poeta presente in “Dalle carte dell’isola – Il libro della poesia neo-volgare siciliana oggi” vi sono un ampio saggio introduttivo, una nota biografica e una bibliografia aggiornate, e un’ampia scelta di testi, concordata con gli stessi autori. Abbiamo anche cercato di spiegare che i poeti rappresentano personalità complesse e articolate. Oggi quasi tutti sono in possesso di una laurea, molti conoscono le lingue e sono nel mondo delle professioni e delle imprese: E alcuni risiedono stabilmente fuori dalla Sicilia come Sebastiano Aglieco, che vive in provincia di Alessandria, o Dina Basso, che vive a Torino, o Rino Cavasino, che abita e lavora a Firenze.  

Un libro legato al nostro tempo, quindi?

Certamente. Spero che questo volume possa contribuire a comprendere non soltanto cosa sia la poesia in siciliano oggi, ma possa anche spiegare alcuni tra gli innumerevoli rivoli in cui si dipana convulsamente la poesia contemporanea. Se mi è concessa ancora una parola vorrei dire, e per me conta molto, che questo libro è un segno dell’amicizia delle persone che lo hanno curato e pubblicato confidando di lasciare, come in un fermo immagine, un ritratto lieve e perfettibile della poesia contemporanea in dialetto siciliano.   

 

Potrebbero interessarti