Esiste la poesia, bè. Andrebbe ricordato, e non come messaggio o annuncio – non lo diranno probabilmente alla televisione. Ma l’editoria, quella estensione che, da un momento storico in poi, ha reso questo servizio di carta e inchiostro alla scrittura poetica, a quanto pare, anch’essa esiste.
E ci sono dei libri dalle braccia lunghe lunghe che viaggiano attraverso fili davvero segreti e, come radici, ramificazioni, aria che si respiri misura per misura, ci sono poesie contenute e aperte attraverso le pagine, e ancora più dentro tra i versi, la parola, gli accadimenti di vita che incontra, tra le pareti di casa, attraverso il viaggio discreto di Dorinda Di Prossimo.
Ecco che ci ha di recente offerto, in una raccolta degli anni, anni suoi anni che se sai renderli attimi, leggendo puoi pure incontrarti, incontrarla, sentire una voce un po’ timida e non priva di esclamative tonalità, a non chiederti nulla, forse, o magari ascolto. Un teatro altro, quello di Dorinda – dal canto che lirico e camminato, dal soffio di un riparo al grande spiraglio per tempra viaggiatrice che sta, quell’equilibrio che fa della malinconia ironia, della mancanza presenza del dire un silenzio – cadenza di testo che tratteggia un’intera riva.
È madre mancanza, padre che resiste alle prove del tempo, e senso familiare e pure riparo da ogni estraneità che poi rende tutto un possibile dialogo. Sono preghiere da qualche parte del nostro stesso essere corpi nella pura meta del non arrivare mai, e pure fare casa con poco. I pensieri di una poeta non sono le sue poesie, o forse i suoi appunti sparsi riconoscibili in un canto così preciso, toccante, e insieme così lontano perché ancora altro, altro di non definibile ma guardabile, sentibile, ascoltabile, sono i sensi della scrittura a percorrerci, a donarci tratto di strada, una singolare e magnifica voce che porta in e con sé un tracciato di isola e di andare, un cammino che insieme al lettore si compie a inchino. Si possono fare tanti bei (o anche meno belli) discorsi teorici, critici in merito alla poesia, ma quando accade si ha voglia, anzi gratitudine, se possibile, nei confronti di chi consegna – autrice, editore – un libro dalle braccia lunghe lunghe come questo. Esiste la poesia scritta, e vive dentro alcuni libri, siate – lo siamo, già – pure scettici, ma respira ed è – resistente.