L’inganno, di Veronica Tomassini (La nave di Teseo, 2022)
La luce di un mondo interiore vibrante e del tutto esposto, il mondo di una donna senza nome che offre senza riserve le proprie mai rimarginate ferite, quelle di un corpo inospitale per il piacere, la sua eterea levità, e fors’anche una certa indolente smemoratezza di sé che tanto assomiglia all’inedia di vivere, e sono giorni in cui si lascia scorrere la vita, anzi trascorrere, come trascorre il tempo. La lettura de L’inganno, di Veronica Tomassini, edito da La nave di Teseo nel 2022, sconvolge e coinvolge e spiazza perché sembra di poterle toccare, le ferite, le piaghe non risanate di un’anima che alle parole affida l’identità incerta di un’esistenza assetata di Luce, intanto che, semplicemente, la vita che succede non si sottrae, non può sottrarsi alla ricerca di calore, di un abbraccio empatico, amicale, amorevole cerchio di fusione e completezza tra corpo e anima. Ambientato in una Milano placidamente autunnale, luogo dell’appuntamento mancato con l’amore di un uomo, il romanzo si snoda in poetiche sorprendenti descrizioni della periferia e del paesaggio intorno: platani sotto la malvolente nuvolaglia, la luce dei lampioni a sera, la rugiada e le brume, tutto ciò che la vista raccoglie e assorbe durante il tragitto periferia-centro, e ritorno in casa dell’affittacamere Erminia. Anche l’olfatto assume valenza specifica, si impregna di odori di cucina, e della carne, degli indumenti di fortuna delle vite anonime incontrate a ridosso di uno scintillante e indaffarato centro-città. Vite invisibili, emarginate nell’indifferenza, incontrate intorno al Duomo o in Galleria, nelle strade limitrofe percorse: transito, passaggio di corpi e anime che un’anima non indifferente all’altrui solitudine riconosce: vagabondi, mendicanti, suonatori tristi, tra cui Jan, violinista, ubriaco kafkiano. Un presente mescolato a ricordi che affiorano dalla infanzia e giovinezza della protagonista intrisa di pensieri (…) irrequieti e caotici, anima girovaga nutrita di letteratura (Eliot, Dostoevskij, De Marchi, Goethe, Sagan, Buzzati) e arte, e del senso del sacro in accezione antropologica oltre che religiosa (il Libro per antonomasia, i Profeti, i Salmi, il Libro Sapienziale); e ancora, la musica, la pittura, il cinema d’autore, predilezione per i film francesi; un universo di bellezza custodito dall’intelletto, un mondo che insieme a lei viaggia, posto a confronto con una realtà avvilita dall’assenza d’amore.
Da un luogo all’altro della città, colei che pensa, e perciò esiste, sale-scende dal tram, dai bus, dalla metropolitana, ventri transitori ospitanti chi torna a casa dopo un giorno di lavoro duro, volti, mani, bocche silenziose perlopiù, corpi stretti in una fissità prossemica, uomini, donne, di queste ultime ancora l’odore, o meglio il profumo, scrive Tomassini, di aglio e di mamma tutt’intorno. Tappe di un andare che si ripete da un capitolo all’altro, azioni quotidiane reiterate che volgono in rapidissime intuizioni oltre il senziente, intuizioni che si rivelano oltre ogni compunta, precisa osservazione sia del dettaglio che dell’insieme. L’assillo sentimentale (il chiodo, i chiodi) è dunque ragionamento d’amore non risolutivo gli interrogativi della coscienza, è la constatazione non sono fatta per stare dentro la vita, intanto che si attraversa una città e quel barlume di esistenza come le pagine di un libro con infiniti rimandi e note alla fine. Un libro, appunto: questo libro, scrittura aulica e stilisticamente chiara con cui svelare le apparenze su cui si edificano le nostre illusioni, l’inganno, fulcro di un romanzo decisamente fuori dagli schemi narrativi, e per ciò seduttivo, finanche sconvolgente come un turbamento inatteso.
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Veronica Tomassini (Siracusa, 1971), scrittrice, giornalista, ha in precedenza pubblicato i romanzi Outsider (A&B, 2006); Sangue di cane (Laurana, 2010); Christiane deve morire (Gaffi, 2014); L’altro addio (Marsilio, 2017); Mazzarrona (Miraggi, 2019); Vodka siberiana, romanzo epistolare pubblicato in proprio (2020). Scrive per “Il Fatto Quotidiano” e “Pangea News”.