La cifra espressionista di Georg Trakl e del suo “Anima azzurra, vagare oscuro”.

Della poesia di Georg Trakl (Salisburgo, 1887-Cracovia, 1914) Anna Maria Curci ha tradotto dal tedesco e  pubblicato sotto il titolo Anima azzurra, vagare oscuro (Marco Saya Edizioni 2023, prefazione di Paola Del Zoppo, post-fazione di Massimo Morasso, collana La Costante di Fidia diretta da Sonia Caporossi) un’ antologia di testi scelti   dalle opere poetiche del grande autore austriaco, scelta “che comprende anche testi che provengono dal lascito di Georg Trakl, (…) componimenti in rima e in versi liberi, sonetti, poesie articolate in più strofe oppure consistenti in una sola strofa.”

Energica, vibrante poesia che risuona d’una disperante condizione umana di fronte alla Storia e al tempo esistenziale, brevissimo, di un poeta tragico che visse in carne e anima la propria esasperata sensibilità, messa ancor più a nudo e a dura prova dalle vicende drammatiche della guerra austro-ungarica; scrittura mossa dalla necessità di sottrarre al buio, alla notte, l’Anima azzurra ostaggio di eventi strazianti, luttuosi, disumani come la carneficina della Grande Guerra cui egli partecipò da riservista, esperienza che lo segnò nel profondo, e che in lui radicò  l’orrore indicibile per il massacro di tanta Umanità schierata innanzi a bocche da fuoco, /(…) fronti di oscuri guerrieri, Passi attraverso nebbia di sangue. Male senza tempo, catastrofe, vagare oscuro degli spettri degli uccisi che bisbigliano laddove Lupi selvaggi sono entrati a forza, in Galizia, regione dell’Europa orientale. La cifra espressionista di questo grande poeta sommerge e sovrasta e si riversa su ogni cosa vista, udita, toccata, generando un sentimento traumatico, apocalittico, se persino la natura ha un che di spettrale, di immota lontananza, e il  Vento, voce bianca  che mormora alla tempia dell’ebbro, /Sentiero imputridito, è testimone che sparge lo sgomento, le ossessioni acquattate nell’oscurità d’una psiche nostalgica dell’età perduta, i boschi verdi/ della nostra terra natia tramutati in  ombre ora nel grembo freddo/ Della notte, aquile in lutto. L’agonia di una civiltà in frantumi è per Trakl così evidente e dolorosa al punto che persino la natura  (che pure presenta la vivacità dei suoi colori in fase di ciclica rinascita) appare morta,  Circonda un cuore che si spezza. L’avventura solitaria, randagia e brevissima e pure intensa di un essere umano, esplicitata con i versi Anima azzurra, vagare oscuro/ Ci staccò presto da cari, da altri. / senso e immagine muta la sera, declina il senso di profonda estraneità a un mondo insensato, a una realtà scomposta e disgregata, ridotta in frantumi, detriti andati alla deriva i corpi feriti in battaglia nella città polacca di Godrek, il lamento ferino/Di loro bocche infrante. Per il medico da campo Trakl che cura e assiste quei corpi scempiati, profanati dalla guerra divoratrice, sarà esperienza determinante ad accrescere il tormento, l’afflizione di un’anima in cerca di quiete, ma L’anima è uno straniero sulla terra. Sacra albeggia/Azzurrità sopra il bosco abbattuto, luce azzurra inghiottita dalla notte mai finita, notte luttuosa che non smette di inviare cenni di invito ai soldati morenti sul fronte orientale, un invito a raggiungerla.

 

Georg Trakl – Anima azzurra, vagare oscuro. Selezione, traduzione, introduzione, bibliografia, cronologia e note a cura di Anna Maria Curci.

 

Nota biobibliografica

Poeta, saggista, critico letterario, traduttrice Anna Maria Curci è nata e risiede a Roma, dove insegna lingua e cultura tedesca in un liceo statale. Direttrice editoriale del settore libri (poesia, saggistica, narrativa) della casa editrice Cofine, è nella redazione della rivista Periferie, diretta da Vincenzo Luciani e Manuel Cohen; per il sito”Ticonzero” di PierLuigi Albini ha ideato e cura la rubrica “Il cielo indiviso”. Ha tradotto, tra l’altro, poesie di Lutz Seiler (La domenica pensavo a Dio/ Sonntags dachte inch an Gott, Del Vecchio 2012), di Hilde Domin (Il coltello che ricorda, Del Vecchio 2016) e i romanzi Johanna (Del Vecchio 2014) e Pigafetta (Del Vecchio 2021) di Felicitas Hoppe. Ha pubblicato i volumi di poesia Inciampi e marcapiano (Lietocolle 2011), Nuove nomenclature e altre poesie (L’arcolaio 2015), Nei giorni perversi (Arcipelago itaca 2019), Opera incerta (L’arcolaio 2020). Con Insorte, sua quinta raccolta, ha ottenuto il secondo posto al Premio per la silloge inedita “Pietro Carrera” 2022, pubblicata nello stesso anno con l’editrice Il Convivio.

Potrebbero interessarti