valerio mello coperina giardini pensili

“La letteratura è fonte di bene e di luce. La forza dell’arte si manifesta nella vita quotidiana come un faro; nell’antica Grecia il teatro era l’etica, la struttura dell’essere all’interno del percorso umano; la parola, il teatro e la poesia hanno sempre definito la visione della bellezza e dei valori. Noi nasciamo da quel mondo greco; la nostra civiltà rinasce ogni volta che ricordiamo l’importanza vitale della parola letteraria; la nostra civiltà non può dimenticare il valore della sensibilità dell’arte come scudo contro il male. La poesia è la ricerca della parola oscura, la ricerca di quell’enigma nascosto all’interno della materia. La poesia ci permette di interpretare le parole che proprio attraverso la riflessione ricevono una forma fisica. Il nostro essere comincia a vivere solo quando la parola può costruire l’essenza.”

Sette poesie tratte da Giardini pensili (La Vita Felice)

Enigma

Lo spazio fra me e i vocaboli è costruito al momento
in cui scelgo di rappresentarmi in forma scritta.
Ma non esisto neppure a parole.
La forma che ottengo è solo una labile esperienza del
grande luogo che vorrei raccontare.
Impossibile.
Non sono contemporaneo del mio discorso.

Milano

*

Il disegno

La cura del momento,
recinto di occasione.
C’è una persona alla finestra.
Esce dal sogno una lanterna.
Qualcuno guarda
il gorgoglio dell’angolo,
la varietà dei germogli,
le devote aiuole
nel fraseggio di un giardino.
La porzione del viale incontra
il numero dei giorni.
Il disegno improvviso.
L’esordio di un’entità.
L’entità di un rumore.

Agrigento

*

Giardini pensili

L’anima è il posto non raccontato,
dove crescono gli scheletri dei fiori;
e tutti gli scheletri dei fiori sono l’anima.
Ho lasciato le chiavi in quel terreno:
le chiavi immisurabili dell’io.
L’anima è dove deve essere.
Le verdeggianti foglie, le digiune foglie.
Il giardino in cui convivo
con l’individuo continente pensiero:
ornamento circoscritto all’impianto ferito.
Sento quando mi spengo.

Agrigento

*

Sarà una coincidenza

Sarà una coincidenza
Integro e un po’ sbiadito
Lo scontrino di una libreria
Piazza Duomo
Cassa quattro
Ventitré ottobre duemilaundici
Ero in fila o no
Fossile vortice
Esile cifra strappata a quei portici
Quanto ricordare io debbo
Se conservare è stato un istinto
Affioro dall’interruzione
Inizio a salire

Milano

*

Stanza

Vorrei sapere dagli angoli
la trama del legno
e l’interazione del mobile
con la pianta.
Vorrei sapere da questa stanza
dove smette persona
e si dispone inezia;
vorrei nella crepa sottintesa
agire con rete di presunzione.
Il demone entra.
Lascio intrecci all’ospite
in aria ferma.

Milano

*

Perimetro naturale

Mi accettano le mancanze,
i riferimenti dei mondi bisbigliati…
merito di casolari nell’erba
raccolti al canto della ruggine
e di conversazioni nel dormiveglia udite,
mentre lento il treno si fermava
assediato da roventi spine di campagna.

Agrigento

*

Bosco verticale

Giunge il responso
da una patina incantata,
dalla serra dei livelli intrecciati.
La sentenza è di vita.
Affido al Bosco
la mia casa instabile,
il mio ripostiglio di Numi.

Milano

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