Nobile donna e santa, che n’è della grande Musica?
Tu romana, in Travestere giaci marmorea, pia e bella
Che n’è della Musica sotto tua protezione?
Anche in un notturno locale se mi fermo
Spess’odo bruttura che chiaman musica e diffondono
E mentre bevo un drink dovrei sentir questo?
Nel notturno m’aspetto Chopin
Una Rapsodia Boema di Freddie
O una sonata o ballata
Ma sul palco presso al Duomo d’Agata
E dentro la villa a Bellini intitolata
Quali immusicali creature s’esibiscono?
Mezze calzette nostrane atteggiate a calzoni
Accolti da un folto numero d’improvvidi giovinastri
che n’è della Musica che proteggi?
Che n’è dell’emozione che scuote e tocca?
Un culo, delle cosce, delle tette
Ecco la mostra della sola carne sui palchi:
Lusingano al massimo l’uccello mio!
Che n’è della Musica?
Cecilia Santa, a patrona eletta della musica
Come lo furon anche Euterpe e Melpomene
Invera un prodigio: riporta qui la bellezza!
Della bellezza io son amante e bramante
Quale invocazione più ti si conviene?
Ho una voce: usarla posso per invocarti
E così aver il tuo prodigio
Musa Cecilia, che n’è della grande musica?
Che n’è dell’emozione che scuote e tocca?
Santa nobil donna, scuci simili calzette!