La Riva Sinistra
Dedico questo numero de La Riva Sinistra ad un poeta da me ferocemente amato: Arthur Rimbaud. Mi piace riferire quanto scrisse di lui Dario Bellezza: «La sua vita fu un martirio ma gli procurò le estasi di un santo». Di seguito riporto la mia traduzione di un brano di René Char e di una poesia di Paul Verlaine.
Hai fatto bene a partire, Arthur Rimbaud!
I tuoi diciotto anni refrattari all’amicizia, alla malevolenza, alla stupidità dei poeti di Parigi, così come al ronzio d’ape sterile della tua bislacca famiglia ardennese, hai fatto bene a disperderli ai venti del mare aperto, a gettarli sotto la lama del loro precoce patibolo. Hai avuto ragione ad abbandonare i boulevard dei perdigiorno, le bettole dei piscia-poesia, per l’inferno delle bestie, l’astuto commercio e il saluto dei semplici.
Questo slancio assurdo del corpo e dell’anima, questa palla di cannone che raggiunge il bersaglio facendolo scoppiare, sì, la vita d’un uomo è certamente là! Non possiamo, usciti dall’infanzia, strangolare indistintamente ciò che troviamo. Se i vulcani si spostano di poco, la loro lava percorre il grande vuoto del mondo apportando delle virtù che cantano nelle sue piaghe.
Hai fatto bene a partire, Arthur Rimbaud! Siamo quelli che con te credono ciecamente alla possibile felicità.
(René Char, da “Fureur et mystère”, 1948)
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Ad Arthur Rimbaud
Mortale, angelo E demone, ovvero Rimbaud,
meriti il primo posto in questo libro, anche
se un fesso imbrattacarte ti trattò da ribaldo
imberbe, mostro in erba e sbronzo scolaro.
Per te spire d’incenso e accordi di liuto
annunciano l’ingresso nel tempio del ricordo
e il tuo nome radioso canterà nella gloria,
poiché mi amasti così come bisognava.
Le donne ti vedranno grande giovane forte,
tanto bello, d’una bellezza astuta e paesana,
tanto desiderabile, di un’indolenza ardita!
La storia ti ha scolpito vincente sulla morte
e fino ai puri eccessi gaudente della vita,
posati i bianchi piedi sul capo dell’Invidia!
(Paul Verlaine, da “Dédicaces”, 1892)