l’editore racconta
Lei è scrittore e poeta. Ha pubblicato per Vallecchi, RCS e altre case editrici. Dal 2000 dirige la collana Poesia delle Edizioni ETS. Conosce un aneddoto curioso legato alla nascita della casa editrice?
ETS nasce a Pisa dall’intraprendenza di Gianfranco Borghini, che fu economo della Scuola Sant’Anna e poi editore insieme alla moglie che ancora oggi capita in casa editrice e dà consigli preziosi a tutti. Uno dei primi libri è stato un fantastico librone di missilistica, pubblicato nel 1969. Ce n’è una copia negli uffici che svetta ancora con la sua grandezza e le 700 pagine. Più che un libro sembra uno dei mattoni di fondazione della casa editrice. L’aneddoto curioso è che ETS è nata come Edizioni Tecniche Scientifiche, ma col tempo è diventata uno dei più importanti editori di cultura umanistica.
Quali e quante (attualmente) le vostre ‘collane’ (e i rispettivi curatori)?
Edizioni ETS ha molte collane, ma quelle in cui la casa editrice è più conosciuta e importante sono le collane dedicate alla filosofia, alla pedagogia, alla storia del cinema e alla cultura umanistica in genere. La fortuna di Pisa è quella di essere una piccola città dove la formazione e l’eccellenza dei saperi sono basilari. Ci sono in città tre centri universitari: Università degli Studi, Scuola Normale, Scuola Sant’Anna. ETS lavora collaborando con professori e ricercatori di tutti e tre questi centri accademici e anche con altre università italiane.
Viviamo nell’epoca delle facili pubblicazioni, in che modo un editore può salvaguardare l’autenticità della cultura e degli scritti che pubblica?
Scegliendo. Come editor, come direttore di collana, ho il compito di scegliere e poi di ragionare con l’editore su quali titoli puntare di più o di meno.
Pro e contro dell’ebook, il vostro pensiero al riguardo.
Ogni strumento che può servire a diffondere la lettura va bene. Anni fa sembrava che gli e-book prendessero piede in misura maggiore di quanto poi non sia accaduto. Per un editore serve analizzare quali titoli sono più spendibili in formato elettronico rispetto al cartaceo. In poesia ancora non abbiamo sfruttato molto questa possibilità.
“ETS ha sempre seguito una politica editoriale molto aperta. Infatti, accanto a monografie, manuali, opere di riferimento in un vasto numero di discipline, ETS pubblica anche opere di saggistica varia, narrativa per ragazzi e per adulti, cataloghi e guide illustrati, manuali per il tempo libero e per lo sport”. Pensando alla vostra peculiare attenzione (anche) alla poesia, domandiamo: qual è il vostro poeta ‘ideale’, quali le ‘caratteristiche’ affinché possiate decidere di pubblicarlo?
Non esiste un poeta ideale. Ogni seria voce poetica ha le sue peculiarità, il suo carattere. Io credo che per pubblicare un poeta, a maggior ragione se è un poeta agli esordi, serva rintracciare nel suo lavoro competenza linguistica, creatività lessicale e ardore emotivo.
Oggigiorno in che modo è possibile avvicinare i lettori alla poesia?
Non è semplice vendere poesia. Non è facile raggiungere lettori di poesia. Ci sono editori che ammiro che fanno un lavoro immenso sui social per promuovere i loro autori. ETS, in larga parte, segue ancora canali tradizionali di diffusione: stampa e presentazioni in libreria. E poi serve cercare la qualità. In questo senso la collana Poesia di ETS ha avuto due vite. La prima è cominciata nel 2000 quando l’editore mi permise di scegliere un titolo e mezzo all’anno. In pratica facevamo tre titoli ogni due anni. È stata una grande soddisfazione per me e uno spazio di libertà assoluto che è durato circa 14 anni, con tanti titoli italiani e molti spagnoli, portoghesi e americani. Tra i tanti ho pubblicato Roberto Carifi, Roberto Veracini, Tomaso Kemeny, Luis Garcia Montero, Angel Guinda, Tolentino Mendonca, Sam Hamill, George Oppen. In alcuni casi ho fatto tradurre in Italia, per la prima volta, nomi importanti della poesia internazionale. Spero che la critica letteraria cominci a riconoscere il gran lavoro fatto con ETS in quegli anni. Poi nel 2015 abbiamo partorito una nuova serie della collana Poesia e ho iniziato un lavoro legato più a nuove scoperte di autori italiani e a ritrovamenti di classici. Sono felice di aver pubblicato Barbara Idda e Fabrizio Parrini, due poeti notevoli. Sono orgoglioso di aver curato, con Luigi Marfé, i Canti di Viaggio di Robert Louis Stevenson.
Da direttore della collana Poesia ETS ci racconterebbe (come accennato) alcuni dei tanti aneddoti che vedono il coinvolgimento di poeti americani e spagnoli?
Uno degli incontri più belli è stato con Sam Hamill. Nel 2003 Sam lanciò il movimento Poets Against the War. Organizzai il suo tour in Italia, prima a Venezia, poi a Firenze, Pisa, Livorno, Roma. Facemmo alcune letture insieme in queste città, accompagnati dal contrabbasso jazz di Nino Pellegrini. Sam stette in Italia una decina di giorni, fu intervistato da Radio RAI e da Controradio, partecipò a un festival e dormiva a casa mia. Sulla parete della cucina ho ancora un pezzo di una sua poesia che scrisse di suo pugno sul muro, con un pennarello rosso. Un giorno volle andare a visitare il campo di prigionia di Ezra Pound a Coltano: fu una specie di gita poetica di grande commozione.
Come poeta lei ha pubblicato libri in Italia e Spagna e alcune sue poesie sono state tradotte su riviste in USA, Francia e Germania. Ultimamente ha pubblicato un libro di sonetti parodici della tradizione letteraria nazionale, ben accolti dalla critica (ne hanno parlato positivamente anche Matteo Bianchi, Alberto Casadei e Salvatore Ritrovato). Cosa vede nel futuro della poesia per l’Italia?
Il libro cui lei si riferisce è L’Ospite Perfetta pubblicato da Samuele Editore. È stato un mio lavoro su alcuni sonetti famosi della letteratura italiana. Ho riscritto Cecco Angiolieri, Petrarca, Ariosto, Leopardi, Gozzano e altri. E tutti i sonetti che ho rifatto sul calco originario di questi autori eccelsi sono a tema coronavirus. Questo della pandemia è stato ed è un evento troppo importante per lasciarlo passare in sordina. Riguardo al futuro non saprei che cosa dire. Non conosco il futuro, altrimenti sarei mago e non scrittore. Penso però che la poesia italiana abbia bisogno di conoscenza della tradizione, e poi di serietà come diceva Fortini e come ripete sempre il mio amico Gibellini. Dalle nostre parti ci sono troppe improvvisazioni e troppi partiti presi.
Qualche anticipazione sulle novità e le prossime pubblicazioni?
Abbiamo alcuni libri importanti in uscita. Ma qui mi preme dire che stiamo organizzando un’antologia italiana che spero faccia un po’ giustizia delle tante “dimenticanze” che pseudocritici hanno fatto in questi ultimi anni. C’è una tendenza oscena in questo Paese per cui tanti, anche in ambito letterario, ragionano quasi sempre per bande e per tornaconto personali. È quantomeno bizzarro pensare, per esempio, che dopo Cucchi e D’Angelis ci siano soltanto i poeti nati negli anni Novanta.
in copertina Alessandro Agostinelli cultura (ph. Marzia Stevenson Maestri ©)