Poesie tradotte da Paul Celan è un libro di Osip Mandel’štam pubblicato da Crocetti (a cura di Dario Borso)
Poesie tradotte da Paul Celan di Osip Mandel’štam: perché leggere questo libro?
Perché è un’esperienza rara, se non unica. Si tratta infatti di un libro triangolare, e più precisamente isoscele, stante l’omologia estrema tra Celan e Mandel’štam: i due poeti stanno ai due vertici di base e il lettore al vertice alto di un angolo che va da poco meno di 90 gradi a poco meno di 0, a seconda della distanza intercorrente tra lui e loro.
Tre poesie per te emblematiche del Mandel’štam tradotto da Celan.
Tre brevi dalle tre raccolte pubblicate in vita.
Da La pietra (1913):
In ascolto la vela, sottilmente tesa.
Lo sguardo, dilatato, che si svuota.
Il coro dei volatili notturni
che ondeggia nel silenzio, non udito.
Nulla è in me, somiglio al cielo,
io sono come la natura: povero.
Così sono libero: come le voci
a mezzanotte dello stormo.
Tu cielo, bianco più di una camicia,
tu luna esanime, ti vedo.
E il mondo tuo straniero, o Vuoto,
accolgo, faccio mio!
—
Da Tristia (1922):
La luna cittadina esce su piazze allo scoperto, tonda,
e gradualmente la città si riempie di chiarore,
poi cresce la notte, cuprea e greve di tristezza,
e la cera canterina deve ritrarsi innanzi al tempo vile;
una torre sta ritta, in pietra; sopra: un cuculo gemente;
nel mondo dove nulla respira entra la mietitrice,
muta tocca ogni ombra che sporge grande e cupa,
e la sparge, paglia gialla adesso, sull’aia…
—
Da Poesie (1928):
Di notte, in cortile, mi lavavo –
un cielo rozzamente stellato brilla.
Sull’ascia, come sale, una luce di stella.
Qui il tino: pieno all’orlo, freddo.
Chiuso a chiave il portone.
Duro il terreno invero, screpolato,
puro il lino appena tessuto,
e il filo nessun occhio lo vede.
Sale di stella che si scioglie nel tino.
L’acqua fredda diventerà più nera.
Più pura ora la morte e più salata la miseria,
più vera, più terribile la terra.