rubrica Il Giaurro, o L’infedele

Ho incontrato Paula Meehan a Dublino nel 1995. Stavo lavorando a Dopo lungo silenzio (Mobydick, 1997), Paula era una delle otto poetesse da me scelte per una antologia di voci irlandesi femminili contemporanee. Paula Meehan mi accolse nella sua casa di Merrion Square. Salii all’ultimo piano di una elegante palazzina non molto distante dalla casa natale di Oscar Wilde. Mi aspettava con un sorriso e una tazza di tè. Ci sedemmo davanti a una grande finestra, dall’alto si vedevano i fiori del parco, c’era davanti a noi lo spettacolo muto della primavera. Dopo una lunga conversazione tornai a casa, avevo ascoltato la fine dell’inverno nella sua voce.

Seme

Il primo giorno di primavera
esco in giardino dal buio
di una casa che non spera
conto i danni del temporale, cerco
i sopravvissuti. Trovo lupini dimenticati,
li ho seminati in autunno
ciascuno ha una goccia tra le dita
un’offerta di pace, una promessa,
sono improvvisamente grata
vorrei offrire una preghiera a Dio.
Ma io non sono credente, benedico il potere del seme,
la sua persistenza utile e casuale,
benedico la forza del sole,
il suo complotto con il sottosuolo,
e grazie alle mie stelle l’inverno è finito.

Seed di Paula Meehan dalla raccolta Mysteries of the Home (Dedalus Press 2013)

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