TEATRO BRANCATI. Fino al 22 gennaio in scena “METTICI LA MANO”, regia di Alessandro D’Alatri.

Il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella, due tra i volti più colorati della grande saga del Il commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni (successo editoriale e televisivo con l‘omonima fiction) si staccano dalle vicende del filone corale del Commissario e diventano protagonisti dello spettacolo Mettici la mano con la regia di Alessandro D’Alatri e con protagonisti Antonio Milo, Adriano Falivene (gli stessi dell’amata serie tv) ed Elisabetta Mirra. Lo spettacolo, dopo le applauditissime prime repliche della settimana scorso sarà ancora in scena al Teatro Vitaliano Brancati da giovedì 19 a domenica 22 gennaio. Prodotta dal Teatro Diana di Napoli, la pièce vanta le scene di Toni di Pace, i costumi di Alessandra Torella, le musiche originali di Marco Zurzolo e le luci di Davide Sondelli.
“Questo nuovo progetto – spiega il regista Alessandro D’Alatri – nasce come una costola della saga de Il commissario Ricciardi, dopo il successo della serie televisiva a cui ho lavorato (è stato il regista della prima stagione, nda). Dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni, due personaggi si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella. Due figure che non fatico a descrivere come maschere, unici tra i personaggi dei romanzi a indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita. Troveremo – continua il regista – la città di Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita”.

La storia si svolge in una tarda mattinata di sole che viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati e il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento. La scena è uno scantinato che fa da rifugio improvvisato. In un angolo del locale una Statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa. E’ qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera. Mentre fuori la porta le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il dialogo tra i tre occupanti del rifugio si fa sempre più profondo e serrato, con una serie di riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere. Mentre apprendiamo cosa sia realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso ma accorato. 

ph Anna Camerlingo.

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