#1Libroin5W
Chi?
L’essere qualunque nel duplice habitus di avventore e curatore, l’avventuriero al cospetto di un guardiano, prima e di una guida, poi. L’incontro senechiano nello scontrarsi “se per ignoranza della via un tale si aggira pei nostri campi, sarà meglio ricondurlo sulla buona strada anziché cacciarlo con la forza”. Quindi chiunque tenda al sé, alla sua tensione, alle acque chete della felicità, del ristoro montano dopo l’impervia escursione. A chi essendosi ritrovato nel tramestio di un mondo ch’è vitale giocante, ma pur selva oscura, veda al di là di ogni specchio.
Cosa?
Un gioco, una pratica dei giochi che abbandoni la teoria linguistica della divisione diabolica e riappacifichi socraticamente il sé con il sé che fu altro non essendo. Quindi una ricerca, un cammino nei miraggi poiché reali di una cura centripeta al sé, al centro, al cuore dell’essere; dell’essere un palo fitto e inamovibile ossia il ribalto di uno stolto, insradicabile da qualsivoglia vento.
Quando?
Dalla morte di Dio che altro non è se non l’Essere giacente in Noi. Da sempre, dai tempi del respingimento del drago Nakht, da Platone, Marco Aurelio, da qui: ché nella riduzione di un calcolo alla mera quantità non v’è qualità né valore, bensì solitaria negazione. Allora il tempo è un gioco che giocandosi si esclude dal sé. Non una lotta onde l’essere avvolge il divenire, nessun confronto rappresentativo di passato, presente e futuro: l’abbraccio.
Dove?
Come del tempo, lo spazio è congettura, forma e rappresentazione, specchio di una ragione che non ha ratio nell’essere: in quanto è su di un tavolo, come nelle brattee di uno scalogno, nei paioli alle braci di un camino, nei rifugi alpestri, alle nevi più pure e bianche. In ogni dove ché qui siamo avventurieri dormienti sul ciglio di un abisso e solo l’occhio fondo e vigile, l’occhio che guata e interroga e occupa, solo questo cura e conosce.
Perché?
Si pubblica non per dire qualcosa di sé, bensì ritenendo che questo qualcosa possa risvegliare nell’altro l’arte giocante da troppo sopita. Si fa ciò per donare una nota furente, un là tonante che pochi odranno; eppur varrà. È la domanda che essendo è in sé, udirla è comincio.
Andrea Brioschi, lombardo, è laureato in Giurisprudenza con specializzazione in Criminologia, studioso di Filosofia e Scienze Matematiche. Dopo svariati anni da procuratore legale, è attualmente docente, coaching e motivatore. Ha vinto le Olimpiadi di Matematica. Ha curato, in ambito criminologico, indagini statistiche sulla percezione del crimine e l’azione di contrasto ai reati percepiti e reali all’interno dei luoghi di potere e governo locali della Brianza. Ha tenuto corsi di scrittura creativa in prosa e in poesia. Ultimamente si è dedicato allo studio dei giochi e delle influenze che questi possono avere nelle più variegate forme sulla cura dell’altro. Ha pubblicato in poesia le opere La ricerca dell’alma foglia (2009) e Addì Giustizia (2015), poema che sancisce una svolta professionale ed esistenziale, col quale abbandona definitivamente la professione forense per dedicarsi alla ricerca filosofico-identitaria. In fase di lavorazione l’opera poetica Fallo di rigore e i saggi La superficializzazione del bene e L’estetica dei giochi.
Michelangelo Zizzi, pugliese, è laureato in Filosofia e in Medicina e ha due diplomi in Omeopatia; è Dottore di Ricerca in Lessicografia e Semantica dell’Italiano Letterario. È inoltre saggista, performer, scrittore e poeta. Svolge attività di coaching e motivazione. È fondatore e direttore di Scuola Pound, scuola di scrittura poetica condotta dai massimi autori italiani, e di Fucine Letterarie, agenzia letteraria multilivello. Si è occupato di letteratura poetica e narrativa dell’Otto-Novecento, in particolare di Dino Campana, Vittorio Bodini, Girolamo Comi, sulle cui figure ha pubblicato oltre trenta lavori tra articoli e saggi monografici. Ha collaborato con riviste e giornali nazionali e internazionali, tra cui Nuovi Argomenti (Mondadori), Almanacco dello Specchio (Mondadori), L’Immaginazione (Manni Editore), YIP (Yale University), Gradiva (New York University), Poesia (Crocetti), Atelier, La Mosca di Milano, La clessidra e Il Giornale, Il Riformista e Il Domenicale. In saggistica ha pubblicato: Il Sud e la Luna. Per una geografia dell’immaginario in Vittorio Bodini (Levante, 1999); Autoritratto con monade. Fenomenologia della poesia in Girolamo Comi (Multimedia Pensa, 2000); L’orfismo in Comi (Multimedia Pensa, 2002); ha curato A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia poetica. Cento anni di storia (LietoColle, 2013) e, insieme a Giuseppe Goffredo, Poeti Circus (Poiesis, 2006); ha prodotto con Fucine Letterarie La sposa barocca, a cura di Pasquale Vadalà (LietoColle, 2010). In poesia ha pubblicato: La casa cantoniera, ne La Collana di Maurizio Cucchi (Stampa, 2001); La primavera ermetica (Manni, 2002); Del sangue occidentale (LietoColle, 2005) e La resistenza dell’impero (LietoColle, 2016). È incluso nel Dizionario critico della poesia italiana 1945-2020 a cura di Mario Fresa (Società Editrice Fiorentina, 2021). In prosa ha pubblicato con eteronimi romanzi noir e fantasy; stralci e anticipazioni del romanzo autografo La perenne e improbabile storia di Giovanni Attanasio sono stati pubblicati su Il Domenicale, Il Riformista, Nuovi Argomenti e varie testate internetiche, tra cui Nazione Indiana. È stato spesso ospite in programmi radiofonici e televisivi nazionali. Ha diretto la collana di critica Lo spazio letterario per Levante Editore. Dirige la collana di poesia Il Drago Verde per Fallone Editore.