Asteroidi D’inchiostro (Sei Valigie)

Asteroidi D’inchiostro
“libri come corpi celesti persi nello spazio dell’indifferenza”

 

 

 

Sei Valigie

 

Maxim Biller è considerato uno dei narratori tedeschi più appassionanti e imprevedibili. È nato da genitori ebrei russi migrati in Germania, dove oggi risiede nella città di Berlino. Quasi tutti i suoi libri sono un continuo confronto sulle relazioni tra ebrei e tedeschi. “Sei valigie” narra la propria vicenda familiare, nella metà del secolo scorso, durante la guerra fredda tra est-ovest, naturalmente caratterizzata da un antisemitismo dilagante e da quello stato di “polizia” russa che via via all’interno della storia logora gli individui trascinandoli in un disperante vagabondaggio psichico. A farne le spese sono i familiari di Biller, in particolare il padre e i fratelli, che ruotano attorno alla figura del nonno. Tra le pagine del libro essi si muovono come degli esseri umani in preda all’incertezza e comunque schiacciati da misteri e tradimenti svelati a metà. Un intrigo di stati d’animo percettibili attraverso svariate contraddizioni, punti saldi nella metà del novecento di un certo perbenismo ebreo. La storia portata alla luce di Biller è come un uragano interiore d’inquietudine, la chiara consapevolezza di impotenza difronte a un popolo martoriato, disilluso e da sempre costretto a misurarsi con una certa diversità. Eppure la sua scrittura grazie a una limpidezza stilistica a tratti disarmante non indietreggia dinnanzi alle rivelazioni, incredibilmente sfiora con pacatezza il lettore suggerendo come un padre al figlio il diritto di chiedersi delle domande anche se le risposte saranno vane, specie quando scavano sulle atrocità e sul destino degli esseri umani. Leggendo “Sei valigie” è possibile percepire il sublime dell’accadimento e una violenza docile quella che spinge certe esistenze a negarsi il diritto alla felicità. Dopotutto i personaggi di Biller sono uomini donne impegnati a vivere o piuttosto a sopravvivere mentre l’Europa del secondo dopoguerra nutre speranze di libertà e la fine di lacerazioni ideologiche che purtroppo ancora oggi sono fonte d’inquietudine. Una saga familiare e non, dove l’armonia regna grazie al codice delle mezze verità: ma questo è solo un espediente di emozionalità privata che ogni lettore e lettrice potrà annusare in virtù del proprio equilibrio sul margine del dolore.

 

 

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