Jan Mankes, Forest road near Star Oranjewoud Naike
Jan Mankes, Forest road near Star Oranjewoud

 

Dicono che la convalescenza dura un mese
trenta giorni col busto rigido

e sarai fragile come vetro
e non lo sei mai stato.

“L’automobile sarà la tua eredità!”
come se mi importasse delle cose che possiedi
se tu non ci fossi

“E la triste liquidazione
divisa per quattro”.

Mio padre, mio Orlando innamorato
saprai adesso che la giovinezza
non è corporea ma spirituale
che non c’è male fisico che possa
piegarti al buio della solitudine

perché insieme
sulle rive degli anni
abbiamo intrecciato le vite
sempre più marine
e celesti.

Non reciterai preghiere
neppure stamattina.

*

Sembra non terminare mai il gesto meditato
con cui ruoti il tappo ancora chiuso
della bottiglia dell’olio.

Sembra che questo abbia deciso
di imprimersi così
nel tempo, con gli anni luce
dei corpi celesti.

E allora tu gira, con tutta la forza sincrona
del polso, e dell’avambraccio, e della spalla
fino alla trama muscolare del cuore.

Capovolgi le aspettative
alle chiusure ermetiche.

*

chissà per quale amoroso motivo

quando sai di quell’uomo che desiderò
la patria
e la moglie più di tutte
le dee, che fu
nel nòstos forzato
da cui derivò nostalgia
e morte
riempi il fazzoletto di lacrime

e volgi gli occhi alla porta di casa

*

manca qualcosa in tutto questo pieno
qualcosa che sappia
di miele di castagno

non bastano più le ore
dedicate ai talenti
e ai progetti per far bene la vita

non sono bastate mai

neppure ai presunti fortunati
che tanto s’affannano per mostrarsi
in soddisfazione mondana

manca qualcosa che faccia l’orlo
alle nostre tele pallide

*

racchiusa nel bocciolo
della vecchia vestaglia scompari
fra le pieghe del divano

nessuno ti vede
nemmeno io che ti fumo accanto

nessuno ti sente

riappari, poi
epifania
solo prima della doccia
mostrando l’esile stelo che sei

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