BRISOTTO
Renato Guttuso, Piazza del Popolo, 1946

 



3 marzo
Quando le persone la guardano è la luna, i fili d’erba, una traccia di vento. A tratti.
Quando le persone non la guardano non è né lumaca né donna. È la tazza di caffè sul tavolino senza di lei, il cellulare gonfio di sms, i fiori freschi e lilla ed una chiave d’oro con un pon pon a frange verdi.
È un’atmosfera strana, gialla e verde.
 
Dove si trova adesso?
Sta dentro o fuori queste righe?
Pensa alle strade, oltre, che poi vedrà, all’aria fresca e blu, alle persone lì non più straniere e forse proprio per questo ancora più straniere e naturali, come i ricordi.
 
 
4 marzo
La differenza tra la prima colazione e il silenzio è il tintinnio delle tazze, i turisti tedeschi seduti ai tavoli con gli sguardi assonnati e velate borse sotto gli occhi.
Cavi e posati si guardano timidamente, persi nel mondo italiano del si può ed è bello.
L’Hotel Atlante Garten è di lusso decaduto. La tappezzeria della sua stanza, a rigoni trasversali blu e beige, decorata di fiori e ghirigori in rilievo è elegante e sobria. Le tende di damasco giallo ocra sono macchiate in più punti.
Erano fresche ed eleganti, nobili e gioiose. Ora si uniscono alla vasca da bagno, spezzata qua e là da piccoli fiori e fessure nere.
Ma perfettamente pulita.
Graffiata e malconcia.
Ma perfettamente pulita.
La sua camera d’albergo. La sua Italia.
 
A Roma non c’è posto per la comunicazione distorta.
-Donna bianca?-
-Sì?-
-Stai bene?-
-Sì-
Che cosa significhino “sto bene” e “sì” non è chiaro. O forse lo è un po’ adesso che è lì e non qui, nel chiasso e nel buio del suo appartamento tedesco.
Stare bene significa: lui non scrive, non telefona, non domanda. Non lo vede guardare, non lo sente parlare; non c’è. Ma la sua presenza preme e rimbomba.
– Perché, Uomo opaco, perché rimbombi? –
Gli parla ma non la sente. lo guarda ma non la vede. Lo ascolta ma non le parla.
Perché, Uomo opaco?
 
La piccola donna delle pulizie è entrata all’improvviso con un uomo piccolo e tondo. Hanno controllato il bagno e, ballonzolando, se ne sono andati pregni di inchini e scuse.
La donna delle pulizie con i denti e gli occhi sporgenti è romana e parla romano.
Com’è facile capirla.
 
  
5 aprile
Il sole splende rigato tra le ombre della stanza, come la carta da parati, tutt’intorno a lei.
Due donne un po’ zingare, disegnate in bianco e nero la osservano ridendo e sorridendo dalle cornici grigie di fronte al letto.
Loro lo sanno, lo sanno bene cosa la porta via da lì. Conoscono tutto, conoscono Uomo opaco e il suo buio.
Anche il buio di Donna bianca e le sue idee bizzarre. Perciò ridono e sorridono a turno.
Chiunque entri in quella camera d’albergo è conosciuto e riconosciuto per sempre.
Ognuno è zingara e donna, a Roma.
Sono trascorse poche ore. In un albergo non lontano una tazza vuota macchiata di cappuccino e rossetto, le gambe stanche e il cameriere nero con la cravatta rossa.
Una ragazza bella, bionda e rotondetta siede sullo sgabello-poltrona. Nero come i pantaloni e la camicia del cameriere. Nero come il contorno degli occhi-matita.
Poi si alza e se ne va, muovendo l’aria per notare e per notarsi allo sguardo del ragazzo tedesco col tatuaggio blu.
Ha gli occhi blu, la ragazza, come il tatuaggio blu del ragazzo e la sua maglia e la bustina di zucchero bianco con una macchia blu.
Il cielo è grigio adesso, nel tratto visibile da lì. Una minuscola goccia di blu si fa vedere e scomparire all’istante.
Anche la ragazza, il tatuaggio sotto la manica e la bustina ora vuota di zucchero sotto la tazzina vuota.
 
                                        
Roma
Il silenzio del cielo
contrasta
per questo dormo,
quando ti sto a pensare
acceso
nella tua lampada a gasolio,
soltanto un’ora
 
Grondano sangue le zanzare
e siccità
laggiù
 
Io distesa altrove in silenzio
accanto a me
 
 
 
7 marzo
Stamattina Donna bianca non ha fatto colazione.
Si è alzata troppo presto per mangiare e bere con gli altri.
Ora in aereo attende il decollo via da lì.
Il suolo romano lascia qualcosa di zuccherino in bocca, un sapore dolce e leggermente nauseabondo, vecchio e infantile di panna montata ed aglio.
È ora adesso di ritornare, lasciare tutto questo e ritrovare il gioco nascosto dietro i palazzi rosa antico, gli occhi-finestra senza persiane né balconi, i vetri opachi e gli sguardi spostati perennemente altrove.
A Norimberga.
Se dalla luna vedesse sorgere la terra, Donna bianca ricorderebbe le parole dure di sua madre, le sue tirate di capelli e gli occhi a rosa spinata. Ricorderebbe le frasi di suo padre al telefono e il buio in mezzo.
Ma per fortuna vive ancora qui in questa terra. Non si vede sorgere e nemmeno tramontare. Vede più in là di sé.
“L’amore è il punto d’incontro tra verità e prodigio”, Julian Barnes.
Regge quel libro, legge.
E vola.
 

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