Inaugurata la mostra di Giuseppe Livio “Pigrecoerrequadro”, a cura di Antonio Vitale.

Ph. Parrinello
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Inaugurata alle Cantine Privitera di Gravina di Catania, dove resterà visitabile a ingresso gratuito fino all’11 febbraio, la mostra di Giuseppe Livio “Pigrecoerrequadro”, a cura di Antonio Vitale.
Dodici tondi su carta di cotone, nell’inusuale allestimento all’interno della Sala di invecchiamento della storica azienda vinicola, esplorano l’universo emotivo che scatenano le Eolie: la natura selvaggia, volti e sguardi bidimensionali, animali dal fascino mitologico e, sullo sfondo – immutate da millenni ed eternate dalla letteratura di ieri e di oggi – le sette isole con i loro inequivocabili profili.
Completano l’esperienza sensoriale della visita alle Cantine Privitera i monumentali affreschi realizzati dallo stesso Livio sul soffitto della sala di invecchiamento: dall’alto di sei riquadri, un’antologia di personaggi e “maschere” del Settecento: re e cavalieri, osti, popolane e giullari di corte, ripresi da antiche incisioni, osservano allegramente i visitatori da basso e un po’ sembrano prendersi gioco di quello sguardo spaesato e stupefatto. Una piccola “Sistina in Cantina” con cui Livio celebra la socialità del vino e la trasversalità di analoghe esperienze: nobili e plebei, chi sobrio e chi ubriaco, condividono senza distanze il piacere (e le inevitabili conseguenze) dell’abbondare con il nettare divino.
Antonio Vitale spiega: “Il suo raccontare non ha niente di solo piattamente illustrativo, cerca nella saturazione dello spazio di un telaio la costruzione di architetture complesse, traboccanti di imprevisti formali e valori cromatici. In queste opere è possibile leggere di un’espansione di creatività, su carta a mano del maestro Franco Conti, che Livio ha “confinato” al di qua dell’infinita linea di un’immaginata magica circonferenza, la cui area “Pigrecoerrequadro”, per l’appunto, rappresenta l’alchemico luogo in cui il pensato condensato in segni e colori diventa spazio possibile, verosimile”.
La mostra e la serie di affreschi site specific per le Cantine Privitera concludono un intenso anno di produzione per Giuseppe Livio, artista poliedrico e che nella vita è anche docente di Storia dell’Arte al Liceo Scientifico Boggio Lera di Catania. “Pigrecoerrequadro – spiega – nasce durante il tempo trascorso alle Eolie, nell’isola di vulcano, dove curo una mia piccola vigna e si vive a strettissimo contatto con la natura e i suoi elementi primordiali. Il mio obiettivo era quello di far vedere che esiste un’anima dietro l’artista: anima che, se pura, si trasferisce nelle opere. Sono sempre più convinto che quello che appartiene alla natura racchiude l’esempio per noi esseri umani. Non voglio più stare lontano fra ciò che è naturale e il mio linguaggio. Non sono intenzionato a rappresentare e mi sento a mio agio solo se riesco a tenere gli occhi aperti”.

La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile fino all’11 febbraio con i seguenti orari: dal lunedì al sabato 8.30-13.30 e 15.30-19.30. Domenica e festivi 8.30-13.30.

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L’Azienda Privitera nasce con Alfio Privitera che impianta i primi vigneti nel 1929 a Zafferana Etnea, paesino sul versante est dell’Etna. Grande impulso arriva negli anni 60/70 dal figlio Giuseppe, che amplia il territorio di produzione – e diversifica i vitigni – spingendosi nell’entroterra siciliano, fino a Mazzarino, Riesi e Butera e più di recente anche a Vulcano, nelle isole Eolie. Da diversi anni la sede dell’azienda è stata spostata da Zafferana Etnea, a Gravina di Catania. Le Cantine Privitera producono Etna Rosso DOC e IGT Terre Siciliane, fra i rossi figurano Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Sangiovese, Ciliegiolo), rosati (Pistammutta) e bianchi (Inzolia, Cataratto, Grillo, Chardonnay e Malvasia delle Eolie). Info www.cantineprivitera.com

Giuseppe Livio nasce a Catania il 3 dicembre del 1975.
Dopo aver frequentato il Liceo Artistico si iscrive all’Accademia di Belle Arti della stessa città dove si laurea in scultura nel 1998. In particolare, la vicinanza in questi anni con il maestro Antonio Brancato, suo docente, porta ad una collaborazione artistica per la realizzazione di un importante monumento bronzeo per il comune etneo di San Giovanni La Punta.
Livio parla di quegli anni come di un periodo ricco di stimolanti sollecitazioni artistiche con particolare riguardo all’acquisizione delle diverse tecniche incisorie e il conseguente antico mestiere di stampa. Di quel periodo preziose le conoscenze con diversi artisti tra cui Gianbecchina, Salvatore Incorpora, Sebastiano Milluzzo, Elio Romano.
Nel 1994 apre il suo studio pensatoio a Catania, nel quale realizza opere scultoree, pittoriche e calcografiche. Rapito dalla forza della materia, accetta svariate committenze che lo portano alla realizzazione di sculture in legno e in terracotta. Numerose le sue partecipazioni a mostre collettive e personali.
Negli anni tra il 1990 e il 1997 matura la sua idea di pittura intesa come un fatto pienamente privato ma con esiti pubblici e condivisi, una forma di esibita intimità, sentendo forte l’esigenza di sconfinare al di là della compostezza di un accademico formalismo per ritrovarsi nel segno libero e sporco di forme espressioniste che ben raccontano il suo percorso artistico di quel periodo e che sfociano in una serie di ritratti emblematici in cui la forza del segno e il vigore del colore non ammettono compromessi conciliatori nei confronti della società circostante.
Il 1997 rappresenta un anno importante: il viaggio lavoro a Salisburgo gli consente di affinare le tecniche del restauro scultoreo e di acquisire nel contempo la conoscenza di nuove culture intrise dei colori di paesaggi e degli odori di materiali unici che stimolano la sua innata curiosità rispetto a tutto ciò che è nuovo e significante e che vengono tradotti in una serie copiosa di opere.
Il 1999 segna un periodo d’ombra per chi come lui è abituato a negare il rigore delle regole e la prigionia dei confinamenti. È l’anno del Servizio di Leva obbligatorio, nel quale la negazione della libertà del proprio tempo spingono la sua mano alla straripante produzione di una serie di volti costantemente accentati di tristezza e segnati d’arroganza.
Nel 2001 il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per Disegno e Storia dell’Arte lo porta ad Istanbul. La permanenza nella grande città “porta d’oriente” unitamente a numerosi viaggi in Cappadocia e in altri luoghi della Turchia lo porta a vivere situazioni contrastanti e diversissime. Il richiamo ad Istanbul è evidente nelle opere espressioniste di quel periodo, in cui la narrazione segnica acquista una valenza laicamente “mistica”, ovvero rispondente allo stupore dello sguardo dell’uomo occidentale rispetto a riti, rituali, colori e odori appartenenti ad una nuova cultura. In antitesi al chiasso della metropoli la Cappadocia, con il suo silenzio ed isolamento dal tempo, suggerisce l’esito quasi monocromo dalle tinte polverose e terrose di tante sue opere.
Dal 2002 è definitivamente in Italia e fino al 2005 insegna Storia dell’Arte in vari licei della Lombardia con un’attività pittorica che conosce la ricchezza di temi che riguardano la cronaca contemporanea.
Dal 2006 è docente di Storia dell’Arte tra Catania e Roma.
Dal 2008, l’incontro con Giuseppe e Antonio Vitale lo vede protagonista di un’intensa attività espositiva in importanti mostre personali tra cui ricordiamo quelle alla Galleria d’Arte Moderna “Le Ciminiere” di Catania, alla Cripta del Duomo Antico del Castello di Milazzo, alle Ex Carceri del Castello di Lipari, al Monastero di San Benedetto e Santa Chiara di Licodia Eubea e all’Associazione Culturale SPAZIOVITALEin di Catania.
Possono altresì annoverarsi partecipazioni significative a manifestazioni artistico-culturali come “La Notte della Cultura” di Salina o per la prima edizione di “Le Vele Nere” di Lipari.
Viene inoltre nominato coordinatore artistico per una sezione di scultura del progetto “La Porta della Bellezza” di Librino a Catania e coordinatore artistico per una sezione di pittura per quanto riguarda il progetto “La Grande Madre” per il Policlinico di Catania. Una sua grande opera calcografica ad unica scena di rappresentazione stampata su sedici fogli di carta a mano dal titolo “svelando i profumi della sua immagine” lo vede partecipare al “rito della luce” voluto da Antonio Presti per la città di Catania.
Nel giugno del 2014 viene organizzata una sua mostra personale a cura di Francesco Lucifora presso il Palazzo della Cultura della città di Catania riscuotendo grande successo di pubblico e di addetti ai lavori. Particolare è la presentazione di opere realizzate con tecnica calcografica a secco su carta fatta a mano.
Ad ottobre dello stesso anno è presente presso ArtMarketBudapest mentre a dicembre una sua grandissima installazione dal titolo “Forte Nota” lo vede protagonista del “Rito della luce” 2014.
Di questo periodo sono numerosi i contatti con alcune gallerie di Parigi con le quali iniziano delle collaborazioni. Un’arte tormentata e frenetica quella di Giuseppe Livio, senz’altro non indifferente al rumore della vita non solo propria che però dalla fine del 2011 conosce in pittura un periodo di dolcezza e introspezione mai così intensamente frequentata. È il suo ciclo della “leggerezza”. Una memorabile carrellata d’umanità, un metaforico coro dei sentimenti dell’uomo ad ogni latitudine e di ogni tempo.
Sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private tra cui ricordiamo, dal 2016, l’inserimento nella Collezione Permanente d’Arte Contemporanea del “Museo Bellomo” di Siracusa presso gli spazi di “Sant’Agostino Contemporanea – SAC”.
Oggi vive a Catania dove coltiva la sua passione per l’arte, realizzando pitture e sculture in cui si riflettono le caratteristiche del nostro tempo. La curiosità e la sperimentazione sono le sue compagne di viaggio.

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