Irène Dubœuf, “Il bacio dell’invisibile”, versi verso la “ricerca dell’assoluto”.

tre domande, tre poesie

 

La poesia della Dubœuf è ricca di sensi e sensibilità. È memorabile e cantabile, è ricca di colore, elegante, secondo la migliore tradizione della sua terra, obbediente al pascaliano esprit de finesse. Spirito che esprime una conoscenza che si tiene vicina alle ragioni della vita, vicina «ai moti dell’Anima» e del «Cuore», inteso come fuoco dell’interiorità dell’uomo e centro di irradiamento delle forze più nascoste della persona. Vi è inoltre in questi versi un senso vivo degli affetti e della natura, in un’unione stretta fra materiale e immateriale. «Al riparo dal mondo / nei giorni indocili / che nulla viene a spegnere / nemmeno la notte /ogni cosa si misura alla sua lentezza». La trama del sensibile e del mentale si fondono in immagini levigate mosse e contrastate dalla meditazione e dal ricordo, dal tema della presenza e dell’abbandono: della presenza nell’abbandono. «Nell’oratorio / segreto / della poesia / l’aria brucia in silenzio / passo dopo passo / scrivo / sempre più vicino a te. // Sai che la pelle delle parole // freme sotto le mie dita?». Un passo dalla prefazione di Amedeo Anelli per introdurre il nostro spazio dedicato alla poetessa francese Irène Dubœuf e al suo recente libro Il bacio dell’invisibile, pubblicato da Libreria Ticinum.

Qual è stata la scintilla che ha portato il tuo “Il bacio dell’invisibile”, meglio: in che modo la (tua) vita diventa linguaggio?

L’originale francese del libro è nato in qualche modo “da solo”, cioè senza intenzione specifica, perlomeno al livello della scrittura poetica. Non avevo nessun tema in mente. Le scintille erano molteplici. Alcuni versi mi erano venuti direttamente in italiano. La maggior parte degli altri, li avevo tradotti appena nati in francese. Si trattava spesso di poesie che non erano compiute, soltanto versi sparsi o prime stesure. Poi, secondo le sollecitazioni delle riviste francesi e italiane che mi chiedevano inediti, ho ripreso i miei versi e ho elaborato le poesie. Ho deciso di fare un nuovo libro quando ho sentito che stava saltando fuori un tema comune a tutti i testi, un libro per il quale la scelta dell’ordine delle poesie è stata un vero lavoro di composizione. La versione italiana è venuta poco dopo, quasi naturalmente, e se le ragioni principali si originano nel presente, il fatto stesso di fare un libro in Italia è un vecchio sogno: quello di rendere omaggio a un mio antenato piemontese emigrato in Francia. Ho ritrovato una sua lettera nella quale diceva di volere tornare a vivere in Italia, ma so che non è mai riuscito a farlo. Con i miei versi pubblicati nel suo paese, adempio un ritorno simbolico. La scintilla vera e propria, la troviamo nel titolo, ispirato da un verso del poeta francese Marc Alyn che si può tradurre così: “tutto l’invisibile è lì, palpabile con un bacio” che esprime con grazia e sensualità la dimensione corporea, concreta, reale e tangibile che può accadere nell’ambito di un rapporto fra sé stessi e ciò che, pure esistendo, non si vede. La parola “bacio” che viene accostata all’ “invisibile” suggerisce un rapporto d’amore che io intendo come l’Eros definito da Platone, cioè come fonte dell’energia dell’anima, come tensione spirituale verso il bene. Questo amore ha radici nel finito e nell’infinito, cancella le distanze spaziali e temporali, svela la presenza perfino nell’assenza.  Anche se il titolo è venuto alla fine, ero abitata dalle parole di Marc Alyn mentre scrivevo e sentivo, più o meno consapevolmente, che loro sarebbero state il filo rosso di questa raccolta nella quale condivido, tramite la poesia, percezioni intense provate in varie circostanze della mia vita. Secondo me, la vita diventa linguaggio tramite la poesia perché la scrittura poetica è un luogo atemporale aperto all’ intuizione dove l’invisibile ha la possibilità di incarnarsi. Come luogo privilegiato dove si esprime l’anima, permette l’incontro con l’Io. Intendo la creazione poetica come un cammino iniziatico.

La poesia è un destino?

Direi che è una passione e una necessità. Un destino? Forse sì, se consideriamo la sua ineluttabilità, il susseguirsi di versi che nascono fuori dalla volontà, come un dono offerto da una forza superiore, come se l’opera esistesse oltre la nostra coscienza. La parola “destino” contiene anche il concetto di ripetizione. Sappiamo che la ripetizione è al centro dell’atto di scrittura. Il poeta cerca di dire l’indicibile, questa impossibilità lo porta sempre più avanti nella ricerca dell’assoluto. Quindi ogni poesia, anche se sembra compiuta, è infatti “non finita” (nel senso del non finito di Michelangelo). Una poesia ne crea un’altra, e il libro stesso può essere considerato come non finito, un non finito voluto perché, se un libro sembra di mettere un termine a qualcosa, è spesso, infatti, l’inizio del libro seguente. La poesia è viva e va di pari passo con la vita. La vita è movimento. Considero ogni mio libro come un’opera di transizione.

Per concludere, ti invito, per salutare i nostri lettori, a riportare tre poesie dal tuo libro; e di queste scegline una per condurci a ritroso nel tempo, a prima della stesura completa o della prima stesura, per raccontarci quanto “accaduto” così da permetterci di condividere (e meglio comprendere) il percorso che l’ha vista nascere (nel contesto del libro che l’accoglie).

Al giorno d’oggi c’è un crescente interesse per lo studio della genesi dell’opera letteraria, che privilegia l’analisi del processo creativo. Una poesia ha sempre un significato nascosto e ogni lettore fa la sua propria lettura, si tratta sempre di una interpretazione. Per quanto mi riguarda, non do dettagli che permettono l’identificazione di luoghi o di persone, preferisco lasciare il dubbio, l’indeterminato: voglio che il lettore possa appropriarsi dei miei versi. Quest’aspetto della poesia mi pare importante anzi essenziale alla trasmissione di emozioni. Però, più la poesia è ermetica, più diventa necessario avere un minimo di informazioni sull’autore. Come traduttrice, non posso negare la loro importanza. Riuscire a capire quale sono state le fonti d’ispirazione di una poesia mi appare indispensabile per tradurre con fedeltà. Conoscere la scintilla fondamentale e/o le differenti fasi di creazione permette di capire l’opera in un modo più completo, dato che si parte spesso da un testo più spontaneo, meno denso, che non ha la qualità poetica dell’opera finale ma che talvolta permette di trovare informazioni preziose per capire le intenzioni dell’autore. Da questo libro attraversato da diverse “scintille” che sono emerse da una fonte comune – l’amore essendo, come abbiamo visto, il filo rosso (illustrato con intelligenza e delicatezza da Guido Conti sulla copertina della versione italiana) – propongo tre poesie e svelerò le condizioni di nascita (non posso parlare di percorso perché i versi sono nati nello stesso momento e nella versione ritenuta pronta per la pubblicazione) di quella intitolata “Il bacio”.

 

Scelti per voi

 

Silent woods

Ascoltando Dvõrák
Waldesruhe, opus 68 n.5

Un violoncello
sfiora lo scintillare
delle foglie dopo la pioggia
il bosco è silenzioso.

Nel caos dei libri
sul mio tavolo
il ritratto di un poeta
mi osserva sorridendo.

Sul balcone,
l’uccello non è casuale:
la sua presenza unisce l’invisibile al reale.

Vivere

Sostanziale, il sogno,
diafano e leggero come la nebbia
in riva ai fiumi
nelle mani dell’inverno,
perché sognare è vivere
senza possedere nulla
amare nel clamore del silenzio.

Il bacio

Era un mese pieno di fiori,
una rosa è caduta nell’acqua di una fontana.

Forse il vento l’avrà spinta fino a te?
Hai teso la mano.

Sfiorandola
sapevi di raggiungere
il bacio supremo del poeta
quello mai dato
quello che non muore.

Questa poesia è nata dalla confluenza di quattro elementi:
– Uno scatto che sembrava fatto proprio nel modo delle poesie che mi piacciono: mostrava poco, ma suggeriva molto. Si vedeva un braccio teso, quello di un uomo che con la mano sembrava di volere cogliere una rosa galleggiante in superficie all’acqua di una fontana (di cui si vedeva solo una parte dell’orlo).
– Il mese in cui era stata fatta questa foto: maggio.
– Il vento che sentivo sulla mia pelle il giorno in cui ho scritto la poesia.
– Una delle poesie più belle di Salinas, tratta da La voce a te dovuta, che comincia con questi versi: “Lo troveremo, sì / il nostro bacio. Sarà / su di un letto di nubi, / di cristalli o di braci? / Sarà / fra un minuto, / o domani, o nel secolo / futuro, o proprio all’estrema / soglia dei mai? Vivi, morti? Lo sai?”

Quando ho scritto questa poesia, non sapevo se avrebbe avuto il suo posto in un libro, ma quando ho organizzato i testi per fare Palpable en un baiser/il bacio dell’invisibile, ho subito capito che era una delle poesie maggiori, dato il tema e il titolo del libro.

***

Bibliografia – Irène Dubœuf (nella foto di Yannis Buliard) è una poetessa francese, nata a Saint-Etienne, che vive dal 2022 vicino a Valence nella valle del Rodano. Ha pubblicato le raccolte Le pas de l’ombre, Encres vives, 2008; La trace silencieuse, Voix d’encre, 2010 (Premio Marie Noël, Premio Amélie Murat e Premio Georges Riguet, 2011); Triptyque de l’aube, Voix d’encre, 2013 (Gran Premio di Poesia della città di Béziers); Roma, Encres vives, 2015; Cendre lissée de vent, Unicité, 2017 (finalista del Prix des Trouvères); Bords de Loire e Volcan, libri d’artista collezione Daniel Leuwers, 2019; Effacement des seuils, Unicité 2019; Un rivage qui embrase le jour, Éditions du Cygne, 2021; Palpable en un baiser, Éditions du Cygne, 2023 ; Il bacio dell’invisibile, Libreria Ticinum editore, 2024 ; Cuvantul Rătăcitor, La parola errante, pubblicazione bilingue, traduzione di Eliza Macadan, Cosmopoli, 2024.

Come traduttrice, collabora con riviste francesi, belghe e italiane e ha partecipato all’antologia Babel, stati di alterazione, di Enzo Campi, Bertoni Editore, 2022. Del poeta Amedeo Anelli ha pubblicato in francese: Neige pensée, Libreria Ticinum Editore, 2020; L’Alphabet du monde, Éditions du Cygne, 2020; Invernale e altre temperature / Hivernales et autres températures, pubblicazione bilingue, Libreria Ticinum Editore, 2022; Quatuors, Libreria Ticinum Editore, 2023; Des voix enrobées de silence, Éditions du Cygne, 2023. Del poeta Luigi Carotenuto, ha pubblicato Krankenhaus suivi de Carnet hollandais et autres inédits, Éditions du Cygne, 2021 e Deviens une fleur, Éditions du Cygne, 2024.

Le sue poesie sono tradotte in italiano, spagnolo, catalano, romeno, arabo e cinese classico e pubblicate, in Italia, sul sito del Presidio Poetico APS e nelle riviste Poeti e Poesia, Le voci della luna, l’EstroVerso, Il Notiziario dell’Accademia internazionale d’Arte Moderna di Roma, Alessandria Today, Versolibero, il quotidiano La Repubblica; in Spagna (Catalogna) nelle Lletres Bàrbares, nel Perù, nella rivista Kamestas e, in Cina, sul sito della rivista Poetry And Painting Of China.

Parecchie poesie hanno suscitato composizioni musicali: quelle di Bruno Lucenti (Francia), Alexander Papas (Grecia), Christian Romaric (Francia) e Luigi Carotenuto (Italia). Quest’ultimo definisce la sua poesia come segue:

«Lo sposalizio dei quattro elementi, la verginità dello sguardo, la delicatezza nel porgere accostamenti semplici e arditi al tempo stesso, attraverso metafore, similitudini, immagini nutrite di simbolismo. Come in una biblica lotta con l’angelo, la poesia di Irène Dubœuf ingaggia una strenua, coraggiosa, lotta con il visibile e l’invisibile, un dialogo a volte placido altre impetuoso, alla maniera del fiume che straripa dagli argini. Emozione e pensiero, sentimento e azione, immobilità e frenesia, nel divenire filosofico e sapiente dei suoi versi, trovano e lasciano spazio anche al silenzio della pagina, all’ascolto di chi legge, al respiro della poesia che lascia vuoti pieni di luce, in cui ogni riga, parola, pausa, diventano estatica contemplazione del mondo ed esperienza conoscitiva sempre nuova, crocevia di incontri col numinoso» (scritto per la Feria del Libro Cartagena de Indias, 2021).

Sito dell’autrice: https://irene-duboeuf.jimdofree.com

 

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