L’animo leggero di Kareen De Martin Pinter

 

l animo leggero Kareen De Martin Pinter Mondadori rec grazia calanna“La passione per la musica è già da sola una confessione. Sappiamo di più su uno sconosciuto appassionato di musica che su qualcuno che alla musica è insensibile e che incontriamo ogni giorno”. Le parole di Cioran echeggiano leggendo “L’animo leggero”, romanzo di Kareen De Martin Pinter (Mondadori) che, ambientato in Alto Adige-Südtirol,  dalla Prima guerra mondiale all’inizio degli anni Novanta, scandaglia un lungo periodo di fatti sovvertendone la cronologia, “come se un colpo di vento avesse scompigliato le carte della Storia, mescolandole tra le mani della bambina attraverso il cui sguardo la vicenda è narrata”. Marta, la protagonista, ama intimamente la musica, ha dieci anni, come le sue compagne di scuola (Elena, Lorena e Susanna) con le quali, a rotazione settimanale, partecipa al gioco, spietato quanto “tutto l’odio accumulato”, della “nemica del gruppo” alla quale, le restanti tre, infliggono punizioni e dispetti propri dell’amicizia “che si rivolta addosso come una maglia tolta in fretta”. Marta abita una terra divisa tra “krucchi” e “valsce” e, nel fragore di prepotenti (adulte) regole guida alla contrapposizione etnica, riflette insegnandoci (fanciulla) che nella dichiarazione di appartenenza linguistica si dovrebbe (basterebbe) scrivere: “nata sotto questo cielo”. Un testo densissimo, florido d’immagini come affreschi del reale sulla tela dei sogni, distinto da una prosa lirica, (“Le parole traballano, attraversate da un soffio titubante, faticano a farsi sentire, e la poesia pare sul punto di stramazzare a terra a ogni  pausa, sembra voler ritornare dentro, essere rimangiata”), nitida, (“I rumori della realtà le vanno incontro spudorati… scivola dentro casa facendo il minor rumore possibile, per non calpestare l’eco delle parole appena seminate nella sua mente”), lucente, (“Si sente leggera, come se qualcuno avesse tagliato l’elastico che bloccava la sua corsa affannosa, sciolto le briglie al suo animo… Ricorda la felicità immobile che provava quando si arrampicava sugli alberi del bosco e restava lì per ore, tra terra e cielo”). “Mentre il gioco della vita stava andando avanti per la sua strada – come dichiarato dall’autrice Kareen De Martin Pinter Kareen (l’EstroVerso n.2/2013 rubrica “Allo specchio di un quesito”) – mi dissi che almeno nella scrittura potevo decidere io quello che sarebbe accaduto. Ingenua. Non mi ero ancora confrontata con una massa in piena faticosa da ammansire come un romanzo, dove ci sono delle esigenze narrative talvolta più forti di quelle di chi scrive. Ma poi quando scrivo e mi rendo conto che è venuto bene, che la visione si è stampata sul foglio, che non ho nulla da aggiungere per quel giorno, mi sento luminosa, accesa della luce riflessa dalle parole scritte. Parole che non sono quasi già più mie e per questo, forse, mi appaiono ancora più potenti, perché esistono, sono venute al mondo, sono intrise di vita e scorrono via”.

Potrebbero interessarti

Una risposta

  1. Pingback: Gerald