Balthus la fenetre, cour de rohan x donzella
 

“Conta e scivola con me.
Quante cose sono:
il tappeto rosso, la mattonella levigata, il suo colore di mille passi non ascoltati, la sveglia alle 7, una mattina gelida, il silenzio del tuo risveglio con poco sole.
Agosto, la sabbia dove non si vede, ma si sente tutto.
Gli occhi di mio padre, di un verde che avrei voluto rubargli.
L’anello/amuleto di un addio, i 97 anni di una donna che mi ha insegnato a vivere.
Io sono la fuga, la via ciottolata e ripida, il civico numero 6 e 18 anni di vita tra quelle pareti a dirupo sui miei capelli lunghi.
Io sono la fuga.
Del sapore barocco, Catania che mi tiene in braccio, i fratelli registrati nel sangue, e non all’anagrafe.
Io sono il ritorno,
spazzolando le radici con una vittoria in mano e un titolo che è Fuoco.
Il caffè, un cucchiaino e mezzo di felicità, la solitudine del passo svelto, la pioggia che bacio.
Conta senza pensare alla moltitudine di maschere che applico al mio silenzio.
Conta, tienimi a mente, e scivola nella Somma finale che mi da come il risultato di cose che non posso dividere con te.” 

(Erica Donzella)

 

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