“Scalamatrice33” presenta “Al punto di partenza” di Marco Privitera, testo di Giuseppe Puglisi.

Questo fine settimana Scalamatrice33 aprirà lo spazio agli amici appassionati di arte contemporanea per presentare le opere di un giovane e talentuoso artista. “Al punto di partenza” è il titolo della mostra dedicata al pittore catanese Marco Privitera, testo di Giuseppe Puglisi. Sabato 2 dicembre ore 18.30 Scalamatrice33, Caltagirone.

L’indifferenza del tempo

Discutendo sul paradosso che Scalamatrice33, la “galleria non galleria”, genera attorno a se c’è sempre chi, animato da ansiosa curiosità, mi chiede: «Quindi …Voi cosa avete? Avete l’uovo di Colombo? Avete una filiale di Walden Due? Avete l’ospizio dei poeti o un centro sociale? Cosa diavolo avete?» Potrei rispondere che abbiamo una casa e alle sue pareti appendiamo sogni; che abbiamo un salotto con sedie e scalini, dove ci fermiamo e ci raccontiamo. Abbiamo tutto purché sia poco e sia sincero (perché il solo talento lì non basta)! Potrei, già, …ma sorrido e consiglio di verificare di persona. Questo accade spesso.

Dunque.

Dopo “Diario di bordo” e “Scintille” nel nuovo palinsesto ideato da Peppe Cona & Elide si prevede la periodica presentazione di un giovane artista, evento da far coincidere con il consueto incontro annuale degli artisti di Scalamatrice33, quindi una sorta di battesimo del fuoco!

Già con sabato 26 agosto 2023 abbiamo assistito al primo debutto, quello di Marco Privitera, artista catanese; il titolo della sua personale di pittura “Al punto di partenza”, accompagnato dal testo critico di Giuseppe Puglisi. A contorno della mostra un simposio, l’incontro gastronomico curato da Totò Delizia.

Quel pomeriggio c’ero pure io (ovviamente) e te la racconto così!…

Arrivo puntuale a Scalamatrice33; mi accoglie la squisita padrona di casa, Elide. Sono tra i primi, mai successo! Man mano che i minuti scorrono gli scalini si popolano. Sono amici che s’incontrano, sono: sorrisi, abbracci, limpide strette di mano. È un andirivieni di energie indecifrabili, parte di un’aura che contraddistingue questi esseri affascinanti, gli artisti; una buona fetta dell’espressione artistica siciliana contemporanea – nessuno me ne voglia – l’élite. Ora in piedi, ora seduti, ora teatralmente stravaccati sui gradini più belli del mondo, ora in silenzio, ora gioviali, ora avulsi dai pensieri fatti ad alta voce: luce e lutto; Leonardo vs Raffaello, difficoltà di calibrare la luce sul bianco, gestire le emozioni all’interno di un museo, il verde come ambiente da esorcizzare, il sistema dell’insegnamento presso le accademie, il grado di assorbimento della luminosità nelle imprimiture, De Stäell e la sua luce agrigentina …mi fermo qui!

Su tutto c’è sempre un accento, un segno, un momento, un ordine di istanti, un qualcosa che fa riflettere sull’apparentemente insignificante. Una giovane coppia, suppongo stranieri, scende le scalinate; si accorge di questa tribù bizzarra, sarebbe impossibile non farlo. La mia attenzione cade sul modo con cui iniziano a tenersi per mano: l’intreccio è portato sin all’altezza delle spalle, quasi a seguire la coreografia di un preciso passo di danza classica. La loro disinvoltura è sconcertante. Gli sguardi fieri, tesi, verso quell’infinito che supera la luce. Con un delicato e preciso contrappunto di movimenti scivolano tra le ombre “coniane”, come a dire: “se i simili si attraggono, noi ci lasciamo attrarre e attraiamo!”. Li osservo fino a perderli di vista!

E poi Peppe Cona! Lui illumina l’imbrunire, lui rassicura, lui, l’ex capo Scout, sa chiamare tutti attorno al fuoco:- «…È il tempo di Marco Privitera, incoraggiamolo con un applauso di benvenuto …per favore!»

Già Marco, il buon viso garbato, discreto, il perfetto vicino di casa è un giovane pittore già consumato dal talento. Giuseppe Puglisi lo tiene a battesimo con un giudizio in cui neppure un accordo è fuori posto …del resto le opere sono lì (!), serafiche, precise, decise a dare testimonianza del sè, di cosa sia il valore di un sogno appeso al muro. Puglisi insegna all’accademia di Catania per cui conosce l’allievo Marco, conosce bene dove cade lo sguardo del giovane pittore: «…sulle cose alla ricerca di un significato oltre lapparenza, tra astrazione e figurazione …». Ci parla della pittura di Marco, del suo intendere il paesaggio «…perché per Privitera la figura è il paesaggio e il paesaggio è la figura … sono un paesaggio emotivo, cercano una relazione con il nostro sguardo sul mondo, con la nostra esperienza delle cose. In questo senso il modo in cui guardiamo il paesaggio forma il paesaggio stesso e il nostro io. Per certi versi è più facile identificarsi col paesaggio che con la figura, ecco perché i ritratti di Privitera rimandano al paesaggio inteso come esperienza del sé.»

L’augurio che il maestro, l’amico, fa all’ex allievo, a se stesso, a tutti noi, è quello di lasciare «…che le cose ci attraversino perché alla fine di tutto il nostro esplorare, ritorneremo al punto di partenza ed è solo quando dimentichiamo noi stessi che ci ritroviamo e la nostra pittura ci somiglierà.»

Sarà l’applauso, sarà l’assenso, sarà lo spirito comunitario sciolto in un piatto e in un bicchiere di vino, sarà il calice alzato, sarà l’immensa foto di gruppo, sarà ancora il sorriso a stringerci e poi a  salutarci.

Piano piano, a piccoli gruppi, svaniamo come lucciole distratte nella notte onnipotente, verso un pensiero che corre al punto di partenza!

Ora immagina …il silenzio che chiude la porta dei sogni! Tra la luce dei lampioni non troveresti più alcuna traccia di quella memoria e neppure una sola ombra randagia in grado di fiutare l’antico calore. Ci sarebbe solo indifferenza, l’indifferenza del tempo.

Marco Privitera nasce a Catania il 18 Gennaio del 1989. Nel 2014 si trasferisce per un breve periodo a Londra e frequenta le sessioni di pittura dal vero al “The London Sketch Club” nel quartiere di Chelsea. È sempre dello stesso anno la prima esposizione collettiva, dal titolo “Contemporaneamente Rosso” a cura di Calusca, ad Acireale CT, alla galleria “Art’è”. Nel 2016, a Milano, al “B&amp G Psychotherapy Studio” insieme a molti altri artisti, prende parte agli spazi allestiti in occasione del progetto “Studio Freud”, curato da Fabio Carnaghi con la partecipazione di MARS Milano. Nel 2017 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Catania, al corso di Pittura. Nel 2018 prende parte insieme a circa 50 artisti, tra fotografi e pittori, a un evento presso la Fondazione Gesualdo Bufalino Onlus di Comiso, in occasione del centenario della nascita di Giovannino Schembari, detto “Vannino”, a cura di Salvatore Schembari. Nel 2019 a Caltagirone, allo spazio “Scalamatrice33”, partecipa insieme a Maurizio Pometti, Samantha Torrisi, Filippa Sant’Angelo e Salvo Ligama alla mostra “ITER Per altre vie”, a cura di Giuseppe Cona, testi di Rocco Giudice.

Nel 2020 partecipa alla realizzazione di uno dei tre manifesti per il “Donna Fugata Film Festival (XII edizione)”. Nell’agosto dello stesso anno fa parte del progetto “Diario di bordo, cronaca di una pandemia-in 2 atti”, allo spazio “Scalamatrice33”, che vede coinvolti artisti siciliani e non solo. Nel 2022 e nel 2023, da un’idea di Stefania Reitano, viene invitato a partecipare alla sede “Expo-Due Palmenti” di Pedara (CT) alle corrispettive collettive “Hope” e “Isola”. Nel febbraio 2023 conclude con il massimo dei voti il percorso quinquennale di studi in Accademia. È del 2023 la prima personale nel prezioso spazio di “Scalamatrice 33”, a Caltagirone, dal titolo “Al punto di partenza”, a cura di Giuseppe Cona, con testi di Giuseppe Puglisi. Lavora attualmente tra Milano e Catania. 

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