Slam Poetry + 1 foto folon01Organizzato da Sebastiano Adernò e Salvino Maltese, venerdì 1 marzo 2013, al Teatro Coppola di Catania, si terrà uno “Slam Poetry”, ovvero, spiegano gli organizzatori, “una competizione che “forza” la Poesia ad essere qualcosa che solitamente, nella tradizione letteraria, viene dimenticato: cioè “messaggio” capace di scuotere ed essere recepito nell’istante in cui viene declamato. Occorre quindi fare leva su parametri differenti. La validità del testo letterario non è l’unica discriminante. Non è un concorso di poesia a voce. È una competizione che valuta la capacità di comunicare il proprio operato poetico, la capacità di farlo “passare” ad un pubblico eterogeneo, che non conosce né il poeta, né i suoi testi”. Poeti invitati a partecipare: Daita Martinez, Grazia Calanna, Giovanni Parentignoti, Luigi Taibbi, Luigi Carotenuto, Salvatore Randazzo, Paolo Gulfi, Dario Matteo Gargano, Raffaele Gueli, Domenico Stagno, Simona Cannata Di Gabriele, Santina Lazzara. Di seguito una sintesi delle regole basilari del Poetry Slam, stabilita a Chicago durante il meeeting Slammasters del 1998. Le poesie possono essere su qualsiasi soggetto e in qualsiasi stile. Ogni poeta deve presentare propri testi originali. Ogni testo dovrà avere una durata non superiore ai 3 minuti. Il tempo sarà calcolato dal momento in cui inizierà la vera e propria lettura. Non è permesso utilizzare alcuno strumento musicale o traccia musicale preregistrata. Nessun costume o oggetti di scena. La regola è: nessun costume. Una poesia può essere usata una volta sola durante la fase preliminare o finale. Le performance saranno cronometrate. Se la performance supererà i 3 minuti saranno conteggiate delle penalità calcolate secondo quanto indicato dal regolamento. I cinque giudici saranno estratti a sorte tra il pubblico presente all’evento. L’estrazione verrà ripetuta per almeno tre volte: alla battuta dei Sedicesimi, Quarti e alla Finale. Il maestro di cerimonia condurrà lo show velocemente e imparzialmente. Una nota finale: “I poeti devono lasciare il loro ego alla porta”.

 

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