Credo la poesia sia un distillato di parole ed emozioni. Una ricerca continua di nuove forme di linguaggio tra le cose e dentro noi stessi. Quello che mi affascina della poesia è il potere di ogni singola parola, la capacità di penetrare nella carne e lasciare i segni del suo passaggio.
Io non prego
Io
non prego
gratto il grasso
della stola
striglio il capo
stringo il verso
scendo sotto
giù, nel pozzo
macchia il fango
dentro – il centro –
E tu
che implori
trans-sostanza
trangugiando
occhi al cielo
guarda il fondo
guada il nero
affogando
cerca invano
il sacro – degno –
Io
esisto
lascio tracce
pungo taglio
tengo il polso
stringo i denti
laccio al cuore
sento il soffio
di chi soffre
e non ritorna
***
Si dice la notte
Si dice
del tacco che metti
e batti per strada
del fiato che perdi
nel seno che stringi
del ritmo che segui
tra gambe e promesse
si dice nel buio, la notte
E guardi i suoi occhi
nei giorni di festa
e parli del bene
nel male del mondo
fingi il ritorno la cena l’abbraccio
preghi la sera
che arrivi domani
si dice in silenzio, la notte
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