“Tra figurazione e segno. Incisione e incisori dell’Accademia di Belle Arti di Catania. 1968-2023”

“1968-2023. Tra figurazione e segno”, a cura di Laura Ragusa. Da domani due giornate di studi con le “Giovani Accademie” di Lecce, Reggio Calabria, Urbino, Catania, L’Aquila, Bari, Foggia, Frosinone, Macerata nate negli anni della contestazione e riunite sotto l’Etna per il progetto di ricerca “Generazione anni 60-70”. In mostra autori italiani e stranieri e una piccola sezione dedicata ai maestri di Urbino per i quali scrisse anche Sciascia. Per i visitatori il contributo di docenti e studenti Abact con l’esperienza della realtà virtuale per “entrare” in 3D dentro un’opera grafica del 1968 e i laboratori didattici per scuole e famiglie

Si inaugura alle 17 di questo pomeriggio a Catania, nelle sale della GAM (Galleria d’Arte Moderna di via Castello Ursino), la mostra “Tra figurazione e segno. Incisione e incisori dell’Accademia di Belle Arti di Catania. 1968-2023” (18 gennaio-17 marzo 2024), a cura di Laura Ragusa, storica dell’arte e docente Abact che organizza l’esposizione in compartecipazione con il Comune di Catania.

All’inaugurazione interverranno il sindaco Enrico Trantino, la presidente Abact Lina Scalisi, il direttore Gianni Latino e la curatrice. La mostra, che con circa settanta incisioni ricostruisce la storia della Scuola di Grafica dell’accademia etnea a partire dal contributo del suo fondatore Nunzio Sciavarrello, fa parte del più ampio progetto di ricerca, intitolato “Generazione anni 60-70. Fondatori e Accademie di Belle Arti in Italia ai tempi della contestazione”. A cura di Vittorio Ugo Vicari e Gianni Latino, promosso da Abact e sostenuto dal MUR (Ministero Università e Ricerca), il progetto è articolato in due giornate di studi (18 e 19 gennaio, nella sede Abact di via Franchetti) e indagherà, con il contributo di studiosi e testimoni del tempo, una stagione straordinariamente dinamica della formazione artistica superiore in Italia: quella che, nell’arco di un decennio, rispondendo a una naturale istanza da parte delle comunità, vide la nascita delle cosiddette “Giovani Accademie” a Lecce, Reggio Calabria, Urbino, Catania, L’Aquila, Bari, Foggia, Frosinone, Macerata  e degli ISIA, ovvero gli Istituti Superiori per le industrie artistiche. Interverranno i direttori delle Accademie coinvolte insieme a vertici ministeriali, storici dell’arte, architetti, filosofi e saggisti.

In mostra alla GAM per “Tra figurazione e segno” le opere di decine di autori italiani e stranieri e fra loro molti maestri dell’Accademia di Urbino – alcuni dei quali su invito del fondatore Nunzio Sciavarrello insegnarono anche a Catania come Bertoni, Ceccacci, Polisca, Toccacieli) per i quali Leonardo Sciascia nel 1982 ebbe a dire: “E bisognerà, una volta o l’altra, tentare un discorso sulla congenialità dei marchigiani a questo mezzo d’espressione semplice ed arduo che è l’acquaforte”.

Tra incisioni, serigrafie, acqueforti e acquetinte – alcune giunte dal Giappone, dagli Stati Uniti, dall’Argentina, dalla ex Jugoslavia e da tutti i Paesi europei – le opere selezionate dalla curatrice, Laura Ragusa, sono il frutto di un meticoloso quanto complesso lavoro di catalogazione e ricognizione condotto negli archivi dell’Accademia e attraverso interviste con gli incisori italiani presenti in mostra e che figureranno nel catalogo in lavorazione. “Il concetto di grafica è estremamente variegato – spiega la curatrice Laura Ragusae mette insieme interpretazioni molto diverse. Se da un lato la tecnologia consente l’elaborazione virtuale delle immagini e processi digitali di stampa, che prescindono fisicamente dal concetto di matrice, dall’altro i processi manuali mantengono un fascino immutato, alimentato dalle possibilità di sperimentazione e ibridazione. La mostra offre uno sguardo originale e articolato sulle possibili interpretazioni del linguaggio grafico attraverso le opere e le riflessioni di alcuni artisti che sono stati docenti a Catania: da Pino Polisca a Giuseppe Sciacca, da Chiara Giorgetti a Gianluca Murasecchi, solo per citarne alcuni”.

Spazio anche a una selezione di opere del maestro Sciavarrello, pittore, incisore e scenografo oltre che animatore della scena culturale catanese (prestiti della collezione di Alfio Milluzzo); la raccolta di incisioni patrimonio dell’Accademia; alle tirature numerate commissionate nel tempo dall’ente a maestri di chiara fama come Brancato, Freiles, Greco, Guccione, Indaco, Russo, Zarco e lo stesso Milluzzo, autore anche delle stampe; e opere di docenti della Scuola di Incisione dal 1968 ad oggi.

Chiude l’allestimento una sezione sperimentale e ad alto contenuto tecnologico curata da docenti e studenti del corso NTA (Nuove tecnologie dell’Arte) dell’Accademia di Catania: un’esperienza immersiva con visori VR (realtà virtuale) per entrare “dentro” l’opera dell’ungherese Arnold Gross “Piccola città italiana” (1968), un universo di personaggi colti nella routine della quotidianità tra vicoli, balconi e finestre, tutti da esplorare in 3D con una sonorizzazione spazializzata.

Mentre per il mondo della scuola, per le famiglie e i gruppi, l’Accademia ha predisposto una ricca proposta di laboratori didattici a cura degli studenti e dei cultori e che potranno essere prenotati via email scrivendo a generazione60@abacatania.it

VISITE: dal lunedì al giovedì 9.30-13.30, da venerdì a domenica 9.30-19.30. Ingresso gratuito.

Karl KASTEN_USA, Evergreen, 1969.
Pino POLISCA_Un giorno ad Acitrezza, 1968.
Nunzio SCIAVARRELLO, I Paladini, acquaforte e acquatinta, 1991.

 

in copertina Gianni DOVA, Fondo bleu. 

Potrebbero interessarti