Edvard Munch, Ragazza in camicia da notte

Con “L’insonnia di Osvaldo” e  “Dormiveglia”,  “La sesta ora” chiude la trilogia intitolata al tema dell’insonnia.

 

 

La sesta ora

 Respingo al mio muro 

meningi spremute a freddo

degli attimi rubati al giorno

e sento il tuo vento parlarmi

oltre la distanza intoccabile

che c’è tra il vuoto e il cuore

ed io che non ti so divorare

entro con una spinta immorale   

amandoti a modo mio e cieco

tirandoti sotto luci che non vedo

arrivate da sole e in punta di piedi

nel moto automatico che sorride

aiutandomi a sentirmi bambino

anche se le rabbie raffinate della disgrazia

distillano liquori da due soldi

nemmeno buoni per una sbronza

che è l’elemento base del disgusto

appoggiato alle mie spalle

durante il transoceanico viaggio notturno

che cerco di levarmi come un pidocchio

mentre allungo una mano nel vuoto

e con l’altra tocco il soffitto del pensiero

che è sempre inquinato da dubbi solitari

magari sepolti da un tempo lontano

dove ormai le parole si manifestano afone 

e quasi indietreggiano tenendosi i loro segreti

senza mai dimenticare la loro vera natura

di bestie feroci affamate del mio riposo.

 

 

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