Domani 8 dicembre, al “Bregoli Arte” di Modica (in provincia di Ragusa) sarà inaugurata “l’Art de ressentir”, personale di Giovanna Gennaro, a cura di Lucia Nifosì.
C’è nelle opere di Giovanna Gennaro qualcosa in grado di far vibrare le corde dell’anima. Sarà la componente onirica e visionaria, sarà una non comune delicatezza figurativa che racconta della sensibilità personale, sarà l’accensione di una luce improvvisa dentro paesaggi di luoghi visti, percorsi o solo sognati, sarà che lo spettatore rimane catturato dalle epifanie di luci e variazioni cromatiche dei suoi lavori, da manifestazioni luminose d’afflato e di contenuti.
Cresciuta artisticamente in un contesto vivace che le ha permesso di confrontarsi ed esporre con i maestri del gruppo di Scicli, Giovanna ha messo a punto e legato al proprio nome una cifra stilistica originale e coerente: la sua mano è felice e sapiente nel maneggiare i pastelli e spazia tra i paesaggi della sua terra e la rilettura di opere di grandi maestri del passato nei quali ritrova scene e soggetti affini al proprio gusto, sia che si tratti del ritmo poetico sprigionato dagli esercizi delle ballerine di Degas, sia nei gesti, liberi e primitivi, delle donne di Gauguin.
Una ricerca estetica la sua che, di recente, l’ha accompagnata in un passato più lontano, invitandola ad accarezzare la superficie di statue classiche, la cui durezza materica a tutto tondo, si trasforma in immagine bidimensionale, ricercata e vibrante, ricca di pieghe, volumi e sfumature pur nella gamma cromatica ridottissima. Bianchi, grigi, rosa, pallidissimi e azzurri cinerini sono polvere di talco che ha magicamente preso consistenza: sono fantasmi di un canto epico che, sebbene in un soffio, potrebbero dissolversi, si aggrappano al nostro presente come numi tutelari e fonte di inesauribile ispirazione.
In dialogo costante con il paesaggio ibleo, Giovanna Gennaro ci regala di esso una lettura nuova, le rocce delle cave, aspre e scontrose, la vegetazione spontanea che le ricopre o le evidenzia, attenuano il loro carattere forte per trasformarsi in morbidi elementi, perfettamente fusi con l’atmosfera, catturate in un’ora precisa del giorno ma in un tempo indefinito, mobile, in divenire, brulicante di vita nonostante il silenzio.
C’è silenzio nelle opere di Giovanna Gennaro, quel silenzio dove l’impercettibile palpito diventa musica, dove l’incedere di un gruppo di cavallini dalmati (omaggio a Zoran Mūsîc) o il sostare di un gregge di pecore al pascolo, diventano parte di una sommessa sinfonia naturale. Sullo sfondo di visioni impalpabili come ali di farfalla, si stagliano, a volte, incerti agglomerati architettonici o ruderi di antiche fornaci; queste ultime sprigionano lapilli e vapori colorati tali da renderle eteree e irriconoscibili, offuscate nella memoria di un sogno che fu e che, adesso, fatica ad essere ricordato.
(Lucia Nifosì)
Nata in Belgio nel 1957, Giovanna Gennaro vive e lavora a Modica. Ha frequentato la scuola “Salvatore Ferma”, fondata dal maestro Giovanni De Vita a Ragusa per affinare il suo talento che si è sviluppato a poco a poco e cui si è dedicata con grande passione e impegno. La sua prima mostra è del 1990 presso la galleria Il Convegno di Ragusa. Ha partecipato a diverse mostre collettive sia in Sicilia sia a Roma. Le sue opere si trovano presso collezionisti privati e presso la Fondazione Grimaldi di Modica (Rg). Giovanna Gennaro, che negli ultimi anni ha partecipato a numerose collettive con Il Gruppo di Scicli, fondato da Piero Guccione e Franco Sarnari, descrive il paesaggio, tema ricorrente come tema ricorrente, con uno stile e un gusto originale, attraverso scorci della sua terra, solennemente ed eternamente estranea all’uomo. Un percorso che segue con lo sguardo le sfumature e le tonalità tenui che trasportano in una realtà personale di sospensione, di sogno e di solitudine. È nella fusione dei colori, nei cieli che si uniscono alla terra senza confini, che si manifesta il legame dell’artista con la realtà che la circonda che viene, però trasfigurata, trasformata, perde di connotazione riconoscibile per lasciare libera un’esperienza di passione e di dolcezza che lottano tra loro, senza far rumore, senza una conclusione. Giovanna Gennaro ha alle sue spalle un’intensa e profonda inclinazione artistica che l’ha condotta ad un progressivo sviluppo delle tecniche pittoriche e dell’affinamento stilistico, giungendo da una connotazione materica ad una sottigliezza di colori e sfumature di notevole originalità. Negli ultimi dieci anni ha partecipato a numerose mostre nel territorio del sud-est della Sicilia, in particolare ha presentato una personale nel 2003 presso il Caffé letterario V. Brancati legato al gruppo di Scicli e ha partecipato ad una grande mostra collettiva “Per Kaos” dedicata al film omonimo dei fratelli Taviani al castello di Donnafugata nel 2005. Con la mostra personale “Città di pietra” a Milano e presso la galleria si è inserita tra gli artisti della Koinè Scicli, dando un contributo importante al successo delle iniziative finora organizzate e allo sviluppo dell’attività artistica di questo distretto. Nel 2008 partecipa al progetto “Migrazioni mediterranee. La ricerca di un linguaggio comune” una doppia rassegna di artisti promossi da SpazioTadini di Milano e Koiné Scicli (Rg). Giovanna Gennaro vive e lavora a Modica.