Vincenza Scuderi, “La soluzione”, una “voce icastica, lapidaria, essenziale”.

tre domande, tre poesie

“La poetica fulminante di Vincenza Scuderi ci sorprende e a volte ci lascia interdetti. Così ritorniamo sui versi e li assaporiamo nuovamente, con gusto. E loro si insinuano in noi. Ci portano in giro. Ci svelano luoghi, persone, sentimenti. Ci danno suggerimenti arguti. Inevitabile un sorriso sospeso prende forma sulle nostre labbra come (supponiamo) su quelle a noi invisibili dell’autrice mentre li componeva. Abbiamo a che fare con una voce icastica, lapidaria, essenziale. Il tempo oscilla tra fasi della vita anche molto lontane fra loro”. Uno stralcio dalla prefazione, “Soluzioni a piccole dosi”, di Alessandro Ramberti per introdurre la nostra breve intervista.

Qual è stata la scintilla che ha portato il tuo “La soluzione”, FaraEditore, meglio: in che modo la (tua) vita diventa linguaggio?

“La soluzione” è nata pian piano, o a meglio dire: è nata un po’ alle mie spalle, senza dirmelo. Sono delle poesie brevi con cui faccio il ritratto agli istanti, o a me negli istanti. Hanno un taglio veloce e umoristico, anche quando si tratta di argomenti di solito confinati nella scrittura seria, come la malattia. Alcune sono haiku o ci assomigliano, alcune sono un po’ più articolate. Di tanto in tanto compare il luogo in cui i versi sono nati, e visto che mi sposto normalmente fra tanti luoghi, sono piuttosto variegati. Fra i modi che ho di fare poesia, questo è, per brevità, il più diretto. Ma mi metto in versi, mi faccio linguaggio, anche altrimenti, con componimenti un po’ più lunghi e dal gusto narrativo.

La poesia è un destino? 

Ma certo che sì. Ci sono stati lunghi periodi in cui credevo di non aver scritto poesia, di essere sfuggita al tarlo della parola, e poi aprendo taccuini, o note testuali del cellulare, mi ritrovavo dei versi, perfino già pronti: com’è che ci avevo lavorato e non me ne ero accorta? Certo, in questa predestinazione assai di più sono le poesie che si percepiscono e di cui nemmeno si prende nota, ma la potenzialità non conta; la poesia va messa in atto, col paziente lavoro della scrittura: al proprio destino bisogna affidarsi.

Per concludere, ti invito, per salutare i nostri lettori, a riportare tre poesie dal tuo libro; e di queste scegline una per condurci a ritroso nel tempo, a prima della stesura completa o della prima stesura, per raccontarci quanto “accaduto” così da permetterci di condividere (e meglio comprendere) il percorso che l’ha vista nascere (nel contesto del libro che l’accoglie).

Pedante e leggera,
faccio il miracolo
degli opposti: passo
dal primo passo all’altro.
Dammi solo
quel tempo che serve,
e poi sono come sai.

Quasi uno sport olimpico

Kafka
l’ultima partita
l’ha giocata a Kierling.*

* La cittadina del sanatorio in cui morì.

Apprezzo
il quadrifoglio
per cos’è:
un raro
calcolo
errato.

Che cosa difficile scegliere tre testi in un volume che è fondamentalmente corale (io almeno lo sento così). Dei tre, commento il quadrifoglio: camminavo a Catania nel sole, e il quadrifoglio stava lì nella mia testa, forse suscitato dai ciuffetti d’erba che crescevano fra i basoli di pietra lavica. Mi dicevo questi versi, ne cercavo la scansione: a non leggerne le inarcature, questa poesia non c’è. Da quante prospettive si può guardare un quadrifoglio? Qui la mia, direi oggettiva. Potrebbe essere intesa come una poesia amara, ma credo che la raccolta tutta dica bene che è proprio una posizione in cui mi colloco rispetto alla vita. Come dicevo a un’amica, io non sono una pessimista, non sono nemmeno un’ottimista classica, sono una realista sorridente.

Vincenza Scuderi (in copertina nella foto di Dana Pfeiferovà), nata a Catania nel 1972, è germanista presso l’università della stessa città; saggista, traduttrice, poeta, autrice di racconti, e redattrice della rivista antimafia LeSiciliane-Casablanca. Vive fra la Sicilia e la Repubblica Ceca. Con Accade soprattutto per la strada ha vinto il concorso “Pubblica con noi 2013” di Fara Editore, raccolta poetica poi apparsa nel volume collettaneo Scelte vincenti (Fara 2013). Tra i suoi lavori germanistici, la traduzione delle Lettere del ritorno di Hugo von Hofmannsthal (Villaggio Maori 2015). In uscita un volume di racconti. Nelle vesti di umorista carica i suoi video come “Epos Animation” sul canale vimeo.com/user173937005

 

 

 

 

 

 

 

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