“María Zambrano e il pensiero dell’Occidente”. L’intervista all’autore Lorenzo Marotta.
La filosofia, per María Zambrano, deve nutrirsi di vita, di ogni sua parte, farsi attraversare dalle viscere, sentirne il
La filosofia, per María Zambrano, deve nutrirsi di vita, di ogni sua parte, farsi attraversare dalle viscere, sentirne il
«Creasti questo mondo terreno sapendo/ che tutto intorno a noi non è che miraggio, malia,/ incanto. Noi bambole nel
Coscienza e “volizione” percorrono versi sanguigni come «crepe aperte sul domani», come «labbra/ incise sui basalti/ di un cielo
La «sete» richiama la profondità dell’acqua a significare la profondità dell’esistenza, l’andamento è quello distintivo dei corsi ad alto
«Ciò che vede il passo/ ha occhio di radice/ il piede aderisce alla terra/ si nutre d’arcano/ senza che
«Al principio è la meraviglia. Tutto suscita meraviglia e stupore. Un’emozione confusa in cui la paura diventa inquietudine. L’emozione
«Lu furasteru ‘n menzu a dda natura/ senti lu scantu ma non si nni cura./ “Subblimi” dici “ju non
«Segui le curve del giaggiolo/ se vuoi essere felice, non indugiare (…)». Leggendo sentiamo un battito di cuore all’unisono
«Ogni bagliore è un angelo, ogni fiore./ Se puoi sentirli cantare/ svanita è la collera, germoglio il dolore». Versi
«C’è un bosco che mi abita dentro,/ un silenzio cantato e interminabile,/ (…) sono un bosco che radica e